sabato 28 febbraio 2015

Ultraenduro Sarzana e Via Francigena

Oggi si va a Sarzana. Da un'idea di Emiliano, e dalla traccia editata da Fabio, scegliamo le 3 PS dell'Ultraenduro di Sarzana accompagnate da un giro pedalato sulla via Francigena. Presenti alla reunion; io, Fabio, Emiliano, Gerry, Casarini, Enrico, Manuel, Alessandra, Tyron e, visto i tempi che corrono, siamo scortati dal mitico Beppe "il colonnello". Bello rivederlo e come sempre in formissima.  Il giro parte da Sarzana. Dopo un brevissimo tratto di statale, cominciamo a salire su una strada secondaria, con pendenza costante. Arriviamo al Borgo di Ponzano Superiore, bello e suggestivo il passaggio all'esterno del paese. Si continua la salita su forestale e poi ci immettiamo in un tratto della Via Francigena. Qualche goccia di pioggia ci accompagna per una ventina di minuti, fortunatamente leggera. Io non indosso nemmeno l'antipioggia. Ricompattiamo il gruppo ai piedi del Monte Grosso, dove comincia la discesa verso il paese di Vecchietto. Parte subito con un bel singletrack mai troppo pendente. Lasciamo strada ad un gruppo di 25 persone che stanno facendo trekking. Il sentiero e' troppo stretto... meglio farli passare. Si parte in discesa. Il sentiero che sembrava tranquillo, tutto d'un tratto diventa un bel rock 'n roll con pietre, canale, tornanti e pietre leggermente bagnate. Fortunatamente il grip e' buono e il divertimento non manca. Emiliano si ferma a fare due foto e lo perdiamo. Fabio lo recupera e ci raggiunge al paese successivo, distante circa un chilometro. Bibola. Un borgo arroccato su un cucuzzolo. Vado in avanscoperta in cima al paese. Trovo le rovine del castello e comincio a scendere nelle strette vie gradinate. Bellissimo.  Volte, archi, case ristrutturate e scorci panoramici. Ci siamo. Recupero Gerry e Casarini e cominciamo a salire. C'e' da tornare sulla cima del Monte Grosso. Un altro tratto della via Francigena e poi si sale su forestale. Passando a fianco di una cava, con possibilita' di mine, il Colonnello si mette in testa a tutti garantendo la nostra incolumita' ;) . Un paio di ganci un po' piu' duri ma tutti pedalabili ci portano cosi' in cima al monte. Nella breve ma insidiosa discesa su singletrack, in un tratto un po viscido e discretamente mortale, Casarini decide di tentare il passaggio in sella... con conseguente front flip. Fortunatamente senza danni. Arriviamo cosi' alla partenza delle PS. Decidiamo per fare la 1 e la 3 subito visto che poi la 2 ci riportera' verso la macchina. Le prime due sono una dietro l'altra. Molto veloci, tecniche al punto giusto e molto divertenti. Il colonnello decide di forare nella prima PS. Gomma Tubeless tagliata di fianco quindi inseriamo una camera d'aria. La seconda che facciamo (PS3) e' uno spettacolo. Veloce, tecnica, con compressioni e drop... Per me stupenda. Direi siano Acquedotto (PS1) e Palestre (PS3). In 4 km si perdono 500 metri di dislivello. Si risale su asfalto verso Carignano. In 5 km dobbiamo fare 300 metri di dislivello... una passeggiata di piacere. Compattiamo il gruppo all'inizio dell'ultima ps. Vado avanti per fare qualche foto. Un passaggio un po tecnico subito, poi purtroppo il sentiero si allarga, con pietre e praticamente un fiumiciattolo che scende al suo interno (sara' per questo che la chiamano Niagara?). Finisce anche l'ultima PS. La traccia ora avrebbe circa 30 metri di dislivello a spinta per poi scendere su asfalto... guardiamo le mappe e decidiamo per scendere su una veloce carraia. Ormai siamo a valle, siamo contenti cosi'. A giro finito resta il tempo per una birra veloce e poi si torna tutti a casa. A fine giro il GPS segna 41 km e 1430 metri di dislivello. Bella compagnia, contento di aver rivisto il colonnello. Grandi Gerry e Casarini che ricominciano ad ingranare! QUI LE FOTO

sabato 21 febbraio 2015

Sarsina - Quarto , Romagna Freeride

Oggi, per girare senza prendere acqua, sembra buona la Romagna. Decidiamo per andare a Sarsina, dove incroceremo poi i sentieri di Quarto, sapientemente sistemati da Malestro, Biker Romagnolo con vena di trailbuilding avanzata. Presenti io, Fabio (che ci gira l'ennesima traccia), Gerry e il Boic. Il meteo sembra tenere anche se nuvole grigie coprono di tanto in tanto il sole. Si parte. Breve tratto esplorativo alle Marmitte dei Giganti. Niente di che se non un paio di ganci, qualche albero caduto e una scultura con pugno chiuso e falci e martelli. Si comincia a salire su forestale. Lunga, classica della romagna e mai troppo dura. Saliamo in direzione Montalto. Un continuo saliscendi ci porta alla prima discesa. Su pietra, fortunatamente asciutta e molto divertente. Ci siamo! Torniamo a valle. Ora bisogna risalire per arrivare al Cippo da dove partono le discese di Quarto. Fabio ha in traccia un giro piu' lungo, per pedalare un po di piu'. Decidiamo per seguire questa traccia. La giornata ci regala anche qualche raggio di sole e una temperatura piacevole, perche' non approfittarne? Anche qui la salita non presenta mai strappi duri. E' molto lunga e per questo meno ripida. Purtroppo pero' a quota 800 metri troviamo una parte all'ombra, dove a farla da padrone sono il fango e la neve. Io personalmente riesco a pedalare nel fango, grazie alla mia gomma posteriore scorrevole. Gli altri si piantano e sono costretti a farla a piedi. Nella neve invece ecco che mi pianto anche io. Per fortuna il tratto innevato non e' lunghissimo. Siamo sotto al Monte Vecchio. Raggiungiamo il Cippo commemorativo di una disastrosa frana del 1812 che causo' la morte di 18 persone e la conseguente formazione del Lago di Quarto ben visibile sotto di noi. Siamo pronti per la discesa. Decidiamo per il Papitrail. Qui i ragazzi che lo hanno disegnato si sono sbizzarriti. Curve da pennellare, salti, tratti ripidi... uno sballo! 500 metri di dislivello di puro divertimento. Sbuchiamo fuori sulla statale. Gerry decide di tornare verso la macchina. Si e' gia' fatto 1350 metri di dislivello... direi un buon risultato per oggi. Il Boic, dopo la discesa appena fatta, si ringalluzzisce e decide per risalire con noi. Si riparte. Dobbiamo arrivare all'aviosuperficie di Poggio Castrellara. Esce nuovamente il sole e fa caldo. Con un buon pasos risaliamo. Poco piu' di trenta minuti e siamo pronti per scendere a valle. Prendiamo il Ca Rupina freeride... molto piu' veloce del Papy, anche qui tratti da guidare, salti, singletrack nel bosco... Mi invento anche un sorpasso in curva su Fabio... Il Boic fa strada davanti a tutti. Spettacolo. Talmente divertente che quando vedo la strada asfaltata mi viene un coccolone. Vorrei salire ancora per rifarla. Magnifica. Purtroppo dobbiamo essere a casa presto. Quindi si torna. Il rientro prevede circa 5 km su asfalto verso Sarsina, con un paio di saliscendi. Sto bene, decido di fare una tirata fino al paese. Nonostante i 1750 metri di dislivello tiro il 36/11 e mi alzo in piedi sui due dislivelli che ci sono. Ottime sensazioni. Ci cambiamo e sosta obbligatoria per piadina e birra lungo la statale. Un grazie a tutti per la compagnia, a Fabio per l'ennesimo giro inedito. Il GPS segna 43 km X 1750 metri di dislivello. QUI LE FOTO

martedì 17 febbraio 2015

Garda Infrasettimanale

Visto le ferie da smaltire e la giornata soleggiata, oggi si va in mtb. Dopo un giro di messaggi, Fabio mi risponde. Non saro' da solo. Decidiamo per il Garda che solitamente e' sempre una garanzia. Partiamo da Pesina, piccolo paese vicino Caprino. Visto che il giro che vogliamo fare e' piuttosto lungo saliamo su asfalto fino a Prada. Inizio della salita con strappo mortale poi piano piano si fa piu' dolce. La strada e' la classica che sale da Rubiana. Fiancheggiamo il Belpo, raggiungiamo Lumini poi Prada Bassa. La giornata e' splendida, cielo azzurro e assenza di foschia. Il Lago ci regala un panorama sempre stupendo. Sulla nostra destra il Baldo appare completamente bianco. Imbocchiamo la prima discesa. il sentiero 655. Pochi centimetri di neve nella parte iniziale che via via spariscono. Il fondo tiene alla perfezione. I sassi fermi ci consentono di tenere un buon passo. In localita' Le Ca' ci fermiamo per fare due foto. Da qui a Campi la discesa la conosco. E' la classica che scende dalla Tenuta dei Cervi. Arrivati a Campi prendiamo un paio di sentieri di trasferimento veramente belli. In poco tempo siamo a Castello di Brenzone. Ora comincia la salita di Punta Veleno. L'ho gia' fatta il 30 dicembre oltretutto con la neve, quindi so come prenderla. Saliamo con calma e dopo circa un'oretta abbiamo gia' oltrepassato la meta' della fatica. A tre km dall'arrivo pero' ecco l'amara sorpresa. L'asfalto comincia a essere coperto di neve... sempre di piu'. Oltretutto una neve non pedalabile. Le impronte di due ciaspolatori passati prima di noi ci aiutano un po' nella salita. Presto spariscono anche quelle, quindi si avanza dentro la neve. Cerco di caricarmi la bici in spalla, poi di trascinarla, mentre il freddo comincia ad inchiodarmi le gambe. Sempre di piu'. Quando ormai la pendenza e' nulla e a meno di due km dall'arrivo Fabio vede sulle sue mappe un sentiero che scende verso valle. Decidiamo di prenderlo. Inutile proseguire, anche se siamo a 1120 metri di altitudine e l'altezza della neve ormai non dovrebbe peggiorare. Ma quella a terra e' gia' abbastanza ed e' troppo tempo che spingiamo a piedi. I primi metri siamo costretti a spingere anche in discesa, poi, man mano che scendiamo di altitudine, cominciamo a scendere in sella, zigzagando dentro la neve. Fortunatamente il sentiero e' abbastanza pulito e non troviamo intoppi. Addirittura appare un camoscio davanti a noi. Probabilmente una allucinazione... ma le impronte in terra sono tante e questa zona e' molto popolata. E un gran passaggio di "umani" non deve esserci. Scivolo in discesa e cado. Faccio un attimo di reset mentale, tiro fiato e riparto. Fare una discesa quando le gambe non rispondono non e' il massimo... ma stringo i denti. Anche perche' comunqua abbiamo gia' fatto oltre 1900 metri di dislivello! Arriviamo all'oratorio di Sant'Antonio delle Pontare. Facciamo acqua e decidiamo il da farsi. Purtroppo siamo dall'altra parte del monte, quindi per raggiungere la macchina c'e' da risalire. Inizialmente penso di fare la gardesana e poi farmi recuperare in macchina, poi Fabio mi convince. Da Campi c'e' una strada asfaltata che sale senza troppi strappi fino a San Zeno. E' la panoramica. Sono comunque 450 metri di dislivello almeno. Cominciamo a salire. Le gambe fanno meno male ma comunque la stanchezza comincia a farsi sentire. Un paio di chilometri prima di San Zeno do via libera a Fabio. di fare una discesa Freeride in queste condizioni non me la sento quindi decido di arrivare a San Zeno per scendere in asfalto. Anche perche' per prendere la discesa del Belpo ci sarebbero da fare ulteriori 150 metri di dislivello. Ci separiamo. Si alza sui pedali e va. Che gamba. E' spaventoso! Io continuo a salire del mio passo, controllando le distanze sul GPS. Vedo il punto piu' alto sempre piu' vicino... Ecco il cartello di San Zeno. Ci sono. Mi fermo, mi metto l'antivento e parto. Suona il telefono, e' Fabio che mi dice che e' a un km da Lumini. Forse arrivo giu' a valle prima io. Seguo le indicazioni in discesa per Castion, prendo velocita' e anche un po di freddo. Ma non mi interessa. Ho fame e so che ormai e' fatta. In poco tempo arrivo alla macchina! Fabio deve ancora arrivare. Do un'occhiata al gps... 49 km X 2340 metri di dislivello. Capisco perche' mi sento un po stanco! Tempo di smontare le ruote e caricare la bici in macchina ed ecco arrivare Fabio che si e' fatto anche l'ultima discesa Freeride. Complimenti! Ci cambiamo, andiamo al bar del paesino dove ci rifocilliamo con birra artigianale e alette di pollo con patatine fritte. Il top. Un grazie a Fabio per la compagnia e per la pazienza :) . QUI LE FOTO

sabato 14 febbraio 2015

Ancora bitume

Il meteo questo week non prometteva nulla di buono. Credevo di non riuscire a dare un'uscita in mtb... Arpa Emilia Romagna dava pero' almeno al mattino assenza di pioggia. Mi alzo presto, colazione, guardo fuori e non piove. C'e' nebbia... Carico la bici in macchina per evitare il trasferimento in pianura in mezzo alla nebbia e, alle 9,38, parto da Scandiano. Decido per salire subito alle 3 croci, tanto per scaldarmi un po. Due Skyrunner scendono salla cima. L'arrivo al gpm mi ricorda una tappa del giro d'Italia. Avvolto nella nebbia sembra di essere in una tappa alpina. Procedo verso Montebabbio e San Valentino. Incrocio i primi bikers in giro. Pensavo di essere l'unico ciclosuonato ma non e' cosi'. Risalgo verso Montebabbio dal Canicchio, Seconda salita dura ella giornata. Incrocio una quindicina di bikers che scendono. Ho visto piu' ciclisti stamattina che negli ultimi due giri con il sole! Arrivo a Montebabbio, devo cercare le discese piu' brevi per prendere meno freddo possibile. La nebbia comunque e' bagnata e la temperatura registrada dal gps durante il giro non si e' mossa dagli 1/0 gradi. Scendo verso S.Antonino e da qui mi dirigo verso Castellarano. Fortunatamente la strada e' praticamente asciutta e almeno la mtb rimane pulita. Da Castellarano risalgo nuovamente verso San Valentino, cercando di spingere duro ma comunque tenendo un buon passo (considerando sempre la biamortizzata e la gomma da 2,35 anteriore). Punto il Monte Evangelo e da qui riscendo a Scandiano. Non avendo ancora fatto i 1100 metri di dislivello che mi ero preposto alla partenza faccio un allungo verso Borzano, scendendo poi a Pratissolo e da qui al parcheggio. Obiettivo raggiunto! 48 km x 1100 metri di dislivello. Il tutto in 3 ore, fermandomi 4 minuti per controllare il cellulare. Direi giro allenante e comunque, visto il meteo che avevano messo per il weekend, piu' che ottimo!

martedì 10 febbraio 2015

Andalo Snow Time

Splendida giornata sugli sci, organizzata dal mitico Gumu, in ricordo dei vecchi tempi. Presenti alle reunion: Io, Paolo "Gumu", Enea "The Ironman" e Donato "L'Argatto". Ce la prendiamo comoda e partiamo lunedi' nel tardo pomeriggio. Questo verra' messo nel conto del Gumu da saldare in loco con birra o bombardino. Tutti eravamo operativi dalle 15! Recuperiamo Donato e si parte. Destinazione Molveno. Viaggio tranquillo con autostrada libera. Giungiamo a destinazione intorno alle 21, monitorati dal figlio di Paolo che, peggio di uno 007, ci tiene monitorati seguendo la posizione del cellulare di Gumu! Accendiamo il riscaldamento nella roulotte e poi via, si va a mangiare. Scegliamo il Tavel di Andalo, dove mangiamo un galletto arrosto con Weiss. Non male. Rientrando a Molveno troviamo in mezzo alla strada due piccoli cerbiatti. Attraversano tranquilli e spariscono nel bosco. Ci infiliamo nei sacchi e pelo e si dorme. Sveglia alle 8, colazione a base di the e crostata gentilmente offerta da Donato. Siamo pronti! Parcheggiamo alla partenza dell'impianto di Andalo. Essendo soci Coop abbiamo diritto ad uno sconto di 4 euro... quindi con 34 euro ci spariamo il giornaliero. Niente male. So che per me sara' una giornata dura... i tre amigos sono muniti di sci... io ho lo snow... e so che sono assatanati e muniti di telecamere. Sembriamo una troupe del National Geographic. Vendero' cara la pelle. La giornata e' stupenda... cielo azzurro, sole e tanta neve. Good Vibration! Prima discesa... per scaldarci leggera discesa per poi andare su con l'impianto al rifugio La Roda... Perdiamo Donato che decide di tirare dritto, accecato dalla voglia di scendere! Questo gli costera' una bevuta! Riusciamo finalmente a compattarci e cominciamo a inanellare discesa su discesa. La neve tiene bene e c'e' poca gente sulle piste. Abbiamo campo libero. Alle 12 facciamo una sosta birra a quota 1500, fa caldo e si sta bene solo con la maglia intima. Ci abbronziamo un po al sole! E Gumu paga il suo debito, giocando sul fatto che poi mangeremo riesce a cavarsela solo con una birra piccola a testa. Facciamo qualche altra discesa e poi puntiamo verso il Rifugio La Roda a quota 2125 per il pranzo. Si sta bene fuori, un po freschino ma ben presto ci scaldiamo, con una bottiglia di Teroldego! Mangiamo il piatto dello sciatore, con una zuppa, tagliatelle ai funghi e pancia di maialino con polenta. Niente da dire. Tutto ottimo. Come aperitivo ci facciamo un bombardino. Il panorama da quassu' e' spettacolare. Sotto di noi il Lago di Cavedine e quello di Garda, montagne a 360°. Il top! E' ora di ripartire. Le prime due discese sono un dramma. Le gambe rispondono a rallentatore e non amortizzano. Le piste peggiorano un po come tenuta ma noi non ci fermiamo. Una dopo l'altra continuiamo a fare le piste, io e Gumu azzardiamo anche un breve fuoripista sotto una seggiovia.  Tutto procede alla perfezione. Le gambe cominciano a farsi sentire. Son ore ormai che facciamo su e giu'. Le piste qui sono lunghe e i muscoli ne risentono. Alle 16,29 siamo giu' a valle... ci sarebbe il tempo per prendere un'altra cabinovia... Ci guardiamo in faccia... e con decisione unanime ci ritiriamo. E' stata una giornata perfetta, siamo stanchi, inutile sforzarsi. Anche perche' gli impianti chiudono alle 16,30. Abbiamo sfruttato pienamente la giornata. Rimane un conto da saldare, quello di Donato. Paolo ci porta in un bar di Molveno. L'eta' media e' intorno ai 70 anni, giocano tutti a carte bevendo vino rosso. Molto anni 70. Giro di birre medie ovviamente offerte dall'Argatto e poi via. Doccia al campeggio, pulizia delle stoviglie, chiusura della roulotte e si parte. Si torna a casa. Una splendida gita organizzata dal perfetto Gumu, in compagnia di amici che, nonostante ci si veda poco,sono sempre il top. Ovviamente.... W NOI! QUI LE FOTO