domenica 25 settembre 2011

Monte Misone... Questo Sconosciuto...


In occasione del mio 40° compleanno abbiamo organizzato un giretto in mtb. Partenza da Riva del Garda. Presenti io, Gerry, il Brigo, Davo, Fabio, Il Colonnello, Alessandro e Marco, due nuove leve. I miei compagni di avventura mi fanno immediatamente una sorpresa... il regalo di compleanno! Una bella cassetta di legno contenente due birre artigianali. Non me lo aspettavo! Cammuffo con un sorriso l'emozione. Grazie ragazzi! Da Riva ci dirigiamo verso Tenno. Lasciamo la traccia per seguire un cartello che indica "Tenno" con il simbolo della mtb... forse hanno sbagliato disegno... forse volevano mettere moto. Fatto sta che ci troviamo ad affrontare una bella rampa oltre il 24%... scaldiamo subito le gambe! Troviamo una deviazione che rende piu' leggera la salita. Il Brigo, preso da impeto crosscountristico, non si accorge della nostra deviazione e prosegue a testa bassa. Lo ritroveremo circa 2 km piu' avanti. Continuiamo a seguire i cartelli che ci segnalano "Tenno" e pedaliamo su un bel sentiero che ora sale piu' regolare. Giunti in localita' "Pranzo" svoltiamo sulla destra su un bel sentiero in erba puntando il Lago di Tenno. Il suo colore e' sempre spettacolare! C'e' poca acqua e riusciamo a salire sull'isolotto. Foto di rito e si riparte, seguendo il sentiero sul bordo del lago. Magnifico. Cominciamo a salire in fuoristrada verso il Passo del Ballino. Conosco questo sentiero visto che l'ho gia' fatto altre volte... ma in discesa. In salita presenta qualche tratto impegnativo visto anche il fondo smosso e la pendenza. Ma sono pochi tratti e si riescono a fare in sella. In cima foto di rito agli Alpaca (o Lama non abbiamo ancora capito cosa siano), qualche battuta per sorridere un po e ripartiamo. Ci toccano 4/5 km di discesa su asfalto... che comunque non disdegnamo vista la temperatura estiva. Prendiamo un po' di fresco rilassandoci. Sappiamo che stiamo andando incontro ad una salita asfaltata... e ci troviamo di fronte ad una forestale immersa nei boschi che forse neanche i locals conoscono. La pendenza varia dal 16% al 24%. In 8 km ci spariamo 900 metri di dislivello... e si sentono tutti! Raggiungiamo Malga di Fiave', privata, di 10 soci. Una coppia di questi e' qui e ci accoglie alla grande. Facciamo rifornimento di acqua e scendiamo verso Malga Misone. Il sentiero ci costringe a fare qualche passaggio a piedi ma tutto sommato e' divertente. Sbuchiamo nel prato sotto la Malga. Ci sono dei ragazzi che stanno lavorando al taglio della legna. Chiediamo se ci danno da mangiare... e arriva la sorpresona! CI danno una terina di insalata piena di pane, un tagliere con 3 tipi di formaggio e un barilotto di birra da 5 LT! Ci mettiamo fuori a mangiare, attorniati da oche, tacchini, galline e due cani. Immersi nella natura solo noi. Facciamo il bis dei formaggi e quando chiediamo il conto ci viene chiesta una cifra irrisoria! Ringraziamo i ragazzi e si riparte. Voto 11! Rinunciamo alla salita a piedi in cima al Monte visto che comunque verso il lago c'e' foschia (e abbiamo gia' fatto 2000 metri di dislivello.... direi che ne abbiamo tutti abbastanza). Comincia la discesa, primo tratto molto flow... e Gerry prova a perdere la digitale. Fortunatamente la ritroviamo. Io provo a farmi del male volando a terra... senza conseguenze per fortuna. Proseguiamo. Un trekker ci dice che ci sara' da fare qualche tratto con bici in spalla... e capiamo perche'. Sassi smossi e ripidoni al limite del fattibile... a piedi. Ma tutto sommato si riescono a fare molti pezzi in sella. Arriviamo sulla forestale che ci porta al Rifugio San Pietro. Di tutti i Rifugi che ho visto in vita mia questo rimane uno dei preferiti... da un senso di pace incredibile. La foschia non ci impedisce di vedere il lago sotto di noi. Facciamo una breve pausa bevendo Coca Cola e poi si riparte. La discesa chiamata San Pietro Downhill si rivelera' una discesa fattibilissima... come ci ha detto il gestore del Rifugio... se siete scesi dal Misone non vi fa piu' paura niente! La discesa parte subito con una via Ferrata... sti cazzi! Pezzo a piedi per non rischiare la morte per poi immetterci in bel sentiero divertente. Ultimo tratto che si trasforma in tipica Sassaia del Garda dove devi lasciar correre la bici e pregare che tutto vada bene. Sento dietro di me qualcuno che mi segue a ruota e non mollo... Le braccia sono stanche e i quadricipidi bruciano... ma non voglio lasciare un metro di sentiero al mio piu' diretto inseguitore! Arriviamo in un pianoro e vedo arrivare Gerry! Grande. E' migliorato moltissimo in discesa. Con la sua Jekill sara' dura tenerlo dietro! A parte Fabio gli altri tardano ad arrivare. Un po' di preoccupazione ma poi scopriamo che il ritardo e' dovuto ad un cambio di pastiglie dei freni. Passiamo per Canale di Tenno, splendido borgo definito uno dei borghi piu' belli d'Italia, da me gia' visto in altre occasione ma sempre incantevole. Anche qui foto di rito. In breve giungiamo a Tenno... da qui parte il Senter de Gola... l'ultima volta che l'ho fatto era molto tecnico. Ricordo un Dritto di Enea! Il Davo ha un Deja Vu... si ricorda il sentiero... E non e' contentissimo. Partiamo! Mi metto davanti... ricordo qualche passaggio del sentiero... ma mi si sgancia un pedale nel tratto piu' tecnico e prendo una bella botta sul polpaccio! Un male cane. I Crank sono pedali che se ti prendono li senti! Comunque il sentiero e' stato sistemato e si scende senza problemi. Mi sparo anche la scalinata finale con uscita sulla strada... prego di non impuntarmi altrimenti lascio qualche dente per terra! Fortunatemente tutto va come deve andare... e mi godo il momento di gloria! Un ultimo tratto in ciclabile ci porta al parcheggio. Ci cambiamo e decidiamo per andare a berci una birretta. Il Brigo viene osservato con malizia da due anziane signore che hanno appena fatto la spesa. Ci trasferiamo nel nostro solito barettino a Riva del Garda dove ci facciamo una bella birretta accompagnata da bruschette varie. La giornata si conclude con circa 40 km percorsi e 2000 metri di dislivello. I miei complimenti alle nuove leve per aver tenuto botta nonostante la poca esperienza in discese cosi' cattive e nonostante le mtb front che di certo non aiutano. Con una promessa da parte mia... vi portero' al Garda e vi faro ' divertire alla grande. Anche in discesa. Perche' insalita dei problemi non ne avete. Un grazie a tutti per aver deciso di passare questa giornata con me. Io sono ben felice di aver festeggiato i miei 40 anni con voi. Grazie davvero Amici! W NOI! QUI LE FOTO

giovedì 22 settembre 2011

Corno della Paura e 687


Era un po di tempo che osservavo questa montagna... Ogni volta che facevo il Brennero il Corno della Paura mi attirava... vedere questa parete quasi verticale che sovrasta Sabbionara e pensare che li in mezzo ci sono ben due discese quasi non pareva vero. Quindi si parte in spedizione. Io, Fabio e Gazza. Arriviamo ad Avio verso le 9,30 complice un po' di traffico in autostrada. Alle 10 cominciamo a pedalare. Decidiamo per prendere la strada piu' lunga per fare un po di risalita offroad. Quindi ci infiliamo nella ciclabile che costeggia l'Adige e iniziamo la nostra avventura. Giunti all'altezza di Serravalle dell'Adige lasciamo la ciclabile e saliamo su strada asfaltata, passando per Chizzola. I primi km sono subito belli duretti, un 13% circa. Rallentiamo il passo, respiriamo e saliamo con calma. Sulla nostra destra appare il Dosso d'Abramo (che vedremo per quasi tutti il giro) e il Cornetto. Spuntano fuori anche le Dolomiti del Brenta. Davanti a noi l'Altissimo. In prossimita' dell'Altipiano di Brentonico giriamo verso la Polsa. Si continua a salire, stavolta con pendenze piu' lievi fino a Saccone, a 742 metri di altitudine. Lasciamo la strada principale per immetterci in una carraia, sicuramente un tempo non asfaltata. Man mano che saliamo fanno l'apparizione anche rampe cementate al 20%, fortunatamente non lunghissime. L'asfalto lascia il posto al bosco. Una bella faggeta. Passata Malga Cestarelli sbuchiamo fuori in un bel pratone e da qui la strada scende leggermente. Abbandoniamo la nostra traccia per cercare di arrivare a San Valentino dove vorremmo mangiare. Ad un certo punto una Malga appare davanti a noi.... Malga Susine... un posto da favola. Chiediamo se ci fanno da mangiare e ci dicono di si... Si va di tagliere di salume e formaggio... con birra. Si sta divinamente. Ci concediamo anche un pezzo di torta... ancora calda! Caffe' e si riparte, anche se saremmo rimasti li molto volentieri! Passiamo per un prato gustandoci un po' di Vertical Rider... in fondo c'e' il Gazza e un po di "Porting" non guasta mai. Fortunatamente pochi metri che ci conducono su una stradina asfaltata. In poche centinaia di metri siamo alla sterrata del Corno. Saliamo in cima per vedere il panorama e le postazioni militari. C'e' un bel vuoto di 1550 metri sotto di noi. Da qui si dominava la Val d'Adige e di fronte c'era la prima linea dello Zugna. Riprendiamo le Bike e saliamo ancora, su una strada panoramicissima. Passiamo dentro alcune gallerie, scattando foto a ripetizione. Arriviamo praticamente in cima al Monte Vignola. Si comincia a scendere, non prima di esserci rilassati un attimo. Ci aspettano circa 1400 metri di dislivello in negativo... da fare in circa 7 km. Non sara' una passeggiata. Il primo tratto della discesa e' molto flow... ma dura poco! Entriamo in un sentiero nel bosco pieno di rami e sassi smossi... una roulette russa dove si rischiano cambi, forcellini e raggi. Ogni tanto ci si mette anche qualche albero caduto e addirittura una frana. Non ci scoraggiamo e cerchiamo di fare piu' tratti possibili in sella. La dice tutta il commento di Gazza "Questa non e' una discesa.... e' un portare a casa la pelle!". Fortunatamente la discesa diventa via via piu' scorrevole, dando spazio a qualche momento di divertimento. Anche se c'e' da stare sempre in campana... il fondo non e' compatto e i sassi corrono via sotto le nostre ruote. Un ultimo tratto un po' fetente sopra il Castello di Avio ed il gioco e' fatto. Sicuramente la prossima volta tenteremo la discesa dal 486 che sembra sia leggermente piu' fattibile. Tutto sommato un bel giro, panorami splendidi e una giornata di fine settembre che sembrava piu' di inizio giugno. Un altra location aggiunta nel palmares personale, circa 40 km percorsi e 1700 metri di dislivello. Un grazie a Fabio sempre propositivo nello scoprire nuovi sentieri e un grande al Gazza che un dislivello cosi' elevato a inizio giro non pensava di sicuro di farlo. Finale con birretta e gelato ad Avio per finire in bellezza. QUI LE FOTO

giovedì 15 settembre 2011

La Via del Sale... Limone Piemonte-Ventimiglia


Weekend del 10 settembre... evento in calendario... la Via del Sale. Dopo aver prenotato l'agriturismo Ciapeleta a Ventimiglia e il Rifugio Allavena come tappa di intermezzo si parte. Presenti 18 bikers... un gruppo con varie tipologie di pedalatori... dai corsaioli ai freeriders, ai cicloescursionisti delle grandi distanze a chi non pedalava da giugno. Arriviamo nella tarda serata di Venerdi' e ci sistemiamo nell'Agriturismo. Location tranquilla, leggermente in collina e con vista mare. Uno spettacolo. Sabato mattina sveglia presto.. il treno parte alle 8.16. Colazione e via... si parte per la nuova avventura. Arrivano i toscani con i biglietti del treno e saliamo. Troviamo subito un macchinista davvero poco civile che ci minaccia di farci scendere nel caso il treno si dovesse riempire. Arriva anche a dire "chiamo la polizia"... gli rispondo gentilmente "chiami chi le pare... io di qui non scendo". Desiste e va a fare il suo lavoro! E noi rimaniamo sul treno! Ore 9,34 sbarchiamo a Limone Piemonte. Subito il gruppo si sparpaglia alla ricerca di viveri da portarsi dietro. Alle 10 comincia il Tour. Primo tratto purtroppo sulla statale che sale al Col di Tenda, abbastanza trafficata. Respiriamo smog per circa 6 km. All'altezza della galleria del Col di Tenda fortunatamente abbandoniamo la strada principale. In 4 fuggitivi prendono la vecchia Strada Romana che sale offroad. Noi seguiamo la traccia. La salita ha pendenza costante e piano piano arriviamo al Rifugio le Marmotte, situato a 1800 mt di altitudine. Mentre aspettiamo i 4 che hanno cambiato percorso facciamo in tempo a rifocillarci e a fare qualche foto alle marmotte che vivono nel campo adiacente il rifugio. La giornata e' stupenda. Nemmeno una nuvola! Entriamo finalmente nello sterrato. Una forestale che si snoda a cavallo dei 2000 metri, con la maestosita' di queste montagne che ci circonda. Il fondo e' buono anche se alcuni tratti con sasso smosso cominciano a lavorare sulle gambe. Di tanto in tanto incrociamo qualche motociclista che, incurante dei divieti, percorre il nostro sentiero. Zigzaghiamo tra Italia e Francia, Ogni metro meriterebbe una foto. Si sale e si scende, a volte con tratti costanti, a volte qualche strappetto. Il dislivello aumenta. Quando la fame comincia a farsi sentire appare sotto di noi il Rifugio Don Barbera. Sosta obbligatoria. Panino e birra sono un ottimo integratore, anche se devo ammettere che il panino non era un granche'. Ma la fame e' fame... quindi ben venga. Sono le 15 e siamo un po indietro con la tabella di marcia. Ripartiamo salendo ancora. Dopo un tratto in discesa molto lungo abbandoniamo la ex strada militare per risalire di altri 250 metri di dislivello. Si torna in Francia. I panorami cambiano continuamente. Si passa dalle montagne brulle a quelle ricoperte da alberi verdissimi. Fortuna vuole che in un punto fotografiamo anche il mare di nuvole... nuvole basse sulla valle sotto di noi con squarci che lasciano passare il sole. La stanchezza comincia a farsi sentire. Qualcuno porta la bici a piedi per sgranchirsi le gambe, qualcuno canta canzoni dei cartoni animati. Dopo 68 km e 2300 metri di dislivello avvistiamo sotto di noi il Rifugio Allavena... La traccia seguirebbe un sentiero Freeride. Io, Anatas, Gianluca, Massimo, Samanta e Mirella ci lanciamo in discesa. Anche se stanchi non ci lasciamo scappare questa occasione. Una bella discesa tecnica prima dell'arrivo! Gli altri proseguono su forestale. Al Rifugio una birra ghiacciata e patatine sono il giusto premio per la fatica del giorno. Pero' prendo freddo mentre sono sudato e la paghero' con un blocco della digestione! Alle ore 21 sono a letto senza aver cenato. Gli altri mangiano come se non ci fosse un domani! Il gruppo e' arrivato tutto a destinazione! Molto bene! Dopo una bella dormita alle 6,30 mi sveglio. Mi rigiro nel letto e mi alzo. Giu' di sotto la sorpresa del mattino. Una volpe, si vede abituata da tempo, viene a cercare del cibo davanti al Rifugio. Si avvicina senza paura, si fa scattare foto. Incredibile. Sembra un cagnolino! Il sole sorge tra le montagne. Facciamo colazione e ci prepariamo alla partenza. Oggi ci aspettano circa 50 km e 900 metri di dislivello. PAragonati al giro di ieri sono una passeggiata di piacere. Alle 8,30 siamo in sella. Il sole e' gia' caldo quindi si parte in maniche corte. Ci spariamo subito 300 metri di dislivello tanto per scaldare le gambe! Comincia la parte tecnica del nostro giro. L'Alta Via dei Monti Liguri che in questo tratto e' molto stretta. Un bellissimo Singletrack mangia e bevi, qualche metro a piedi per essere sempre in sicurezza, ma comunque uno spettacolo. Comincia la discesa. Un bel sentierino con qualche tornante, disseminato di rocce che mi fanno forare ben due volte! Alla fine della discesa troviamo dell'acqua in un Ranch. In Italia i rifugi e le fonti si contano sulle dita. Addirittura i tre rifugi che incrociamo sono chiusi! Dopo aver passato diverse fortificazioni e gallerie e aver bucato l'ennesima volta (devo decidermi a prendere un nuovo cerchio per i tubless...) comincia una discesa su forestale dissestata. Qualcuno pensa di rilassarsi... ma la lunghezza e' talmente tanta che e' struggente. Cominciano a far male le dita. Io e Mazzi, partiti dalle retrovie causa riparazione gomma, cominciamo a recuperare terreno e a riprendere il gruppo. Arriviamo alla strada asfaltata che ci portera' verso Ventimiglia. Il mare comincia a farsi vedere. Uno dei toscani cade a terra scattando una foto... attimi di tensione e paura ma tutto si risolve fortunatamente solo con qualche escoriazione. Glu ultimi km sono su strada asfaltata in discesa. Meglio cosi'. La stanchezza dei due giorni si fa sentire da tutti... in fondo abbiamo percorso circa 130 km con oltre 3300 metri di dislivello. Direi che abbiamo dato abbastanza. Foto di rito sulla spiaggia, bagno in mare e, come giusto premio per il weekend, un bel pranzo a base di pesce! Il Mazzi e la Mirella recuperano il furgone e si riparte verso casa, con un bagaglio pieno di bei ricordi! Compagnia come sempre ottima. Bello vedere ciclisti di varie specialita' passare due giorni immersi nella natura senza pensare a niente tranne che a divertirsi e a godersi i panorami! Voto 11 a tutti quanti! QUI LE MIE FOTO

domenica 4 settembre 2011

Folgaria... lungo i singletrack del Monte Maggio!


Oggi ci spostiamo verso Folgaria. Parcheggiamo a Piazza, frazione di Terragnolo. Presenti io, Fabio, Fill, Mazzi, Mirella, Kevin, Enrico, Anatas e Samanta. Ad attenderci a Serrada anche il mitico Scratera. Partiamo subito in salita asfaltata. La traccia da me editata a video non e' percorribile in salita. Fortunatamente Paolo ci informa prima di tentare la scalata! La provinciale Rovereto-Folgaria fortunatamente non e' molto trafficata, a parte i motociclisti che credono di essere nell'isola di Man e sfrecciano a tutta velocita'. Arriviamo a Serrada e incontriamo Paolo. Riempiamo le borracce alla fontana e finalmente lasciamo l'asfalto. La salita ha pendenze regolari, in uno splendido contesto di pini, piste da sci e impianti di risalita. Passiamo i resti dell'ospedale di guerra e saliamo velocemente verso il Forte Dosso del Sommo, il piu' grande forte del fronte. Foto di rito, barretta veloce e proseguiamo verso il Passo Coe. Qui invece ci fermiamo per rifocillarci... panino e birra come di consueto! Riprendiamo la nostra ascesa, stavolta tocca al Monte Maggio. La Croce sulla sommita' si vede gia' da qui. Procediamo prima su forestale, poi comincia uno stupendo singletrack esposto che ci porta verso la cima. Anatas tenta in suicidio appoggiando il piede nel nulla. Fortunatamente cade sul morbido, un paio di capriole ma niente di che. Risale in sella e si riparte. Dalla Croce alla Borcoletta seguiamo un'altro splendido singletrack, anche questo esposto, con tratti su terra battuta, tratti su sasso smosso e un bellissimo tratto scavato nella roccia... meraviglioso! E il bello e' che al 99% e' ciclabile! Alla Borcoletta comincia la discesa... tutto e' tranne che Crosscountry! Nel primo tratto ammetto di aver fatto qualche tornante a piedi... poi dall'ingresso nel bosco in poi una goduria infinita! Troviamo anche i resti di un camion che non si capisce come sia finito li! Foto di gruppo ovviamente e poi giu', fino al Passo Borcola! Due mucche passeggiano tranquillamente per strada... si vede che qui il traffico non e' un granche'! Scendiamo su un pratone per entrare poi in un sentierino che segue il torrente Leno. Arrivati a Malga Gulva scendiamo su una forestale molto bella, immersa nel bosco con continui sali e scendi. Altra variante di Paolo ci porta a guadare per ben due volte il torrente... che ora e' praticamente secco ma in inverno e' ben altra cosa! Incrociamo l'asfalto in prossimita' di Geroli. Da qui in poi restano circa 200 metri di dislivello in salita su asfalto. Paolo, Kevin e Fabio provano una variante Verticalrider mentre noi decidiamo per salire su asfalto. Ci siamo divertiti abbastanza per oggi. Ma le sorprese non finiscono mai. Giunti alle macchine chiediamo ai volontari che stanno allestendo la sagra del paese se c'e' da mangiare... nonostante la sagra sia domenica... ci prendono! Incredibile! Birre, vino, salsiccia, patate, fagioli con cipolla, dolci, amari e caffe'! Voto 11! Questo si che e' servizio e ospitalita'! Compagnia come sempre al Top e sentieri meravigliosi per un'altra giornata di Pura Vida! QUI LE MIE FOTO

venerdì 2 settembre 2011

Pasubio... MTB e Storia

Si torna sul Pasubio. Questa volta un giro soft, ma non per questo non interessante. Ci troviamo a Pian delle Fugazze io, Beppe, Cleto, Gabriele, Tony, la Polly e la Lisa. Si parte. Al bar ci danno notizia che per le 11 e' prevista pioggia. Incrociamo le dita. Saliamo lungo la Strada degli Eroi, una forestale costruita durante la Prima Guerra Mondiale per far giungere mezzi motorizzati alla Cima. La strada si snoda nella Val Fieno, con pendenze costanti sempre pedalabili. Durante la nostra ascesa di tanto in tanto ci fermiamo a scattare qualche foto. Ogni tanto qualche goccia d'acqua ci ricorda le previsioni meteo... ma e' solo prima della Galleria d'Havet che viene giu' un po piu' forte. Fortunatamente siamo a 50 metri dalla galleria e troviamo riparo all'interno. Neanche il tempo di metterci i K-Way che smette. Meno male. Ripartiamo e mi accorgo di aver bucato. Fortuna vuole che, mentre cambio la camera d'aria, un'ultimo scroscio di pioggia scende su di noi... per fortuna che non fa freddo! Si prosegue passando nelle gallerie scavate nella roccia... i panorami sono spettacolari. Sebbene sia la terza volta che passo di qui e' sempre stupendo. Arriviamo al Rifugio Papa dove mettiamo ad asciugare i vestiti nella stanzetta apposita. Una stufa emana un bel calore. Visto che il meteo sta decisamente cambiando e sta andando verso il Sole, facciamo una bella sosta ristoratrice. Polenta, Funghi e Formaggio. Il tutto accompagnato da ottima birra. Nel frattempo spunta il sole! Si riparte... saliamo oltrepassando il cimitero di guerra dove un palo con in cima la scritta "Di qui non si passa" ricorda i 164 ragazzi caduti in guerra. Raggiungiamo la Chiesetta di Santa Maria del Pasubio e continuiamo la nostra escursione giungendo alle 7 Croci che ricordano una tragica faida tra povera gente del XVI secolo, quando pastori di Pòsina e di Trambileno si uccisero per il possesso di questi magri pascoli. Da allora in poi i viandanti usano gettare, con gesto carico di arcaici simbolismi, un sasso ai piedi di queste croci. Dietro di noi una lapide invece ricorda i caduti in guerra. Le ossa che affiorano ancora oggi dal terreno vengono riposte qui. Torniamo sui nostri passi osservando le trincee, i magazzini e le gallerie. C'e' un silenzio incredibile. Vi consiglio di leggere QUI per avere un'idea di cosa e' successo lassu'. Comincia la discesa. Ripassiamo di fianco all'Arco Romano e cominciamo la nostra discesa sulla Strada degli Scarubbi. Una lunga forestale panoramica, dove e' impossibile non fermarsi a fare foto! Io e Tony tentiamo i tagli nel bosco ma al secondo capiamo che e' meglio proseguire sulla forestale. Troppi gradini e troppi sassi smossi. Continuiamo la nostra discesa. Mi attraversa addirittura la strada un camoscio. Si nasconde subito nel bosco e non riesco a fotografarlo... Peccato. Arriviamo a Bocchetta di Campiglia da dove parte la Strada delle 52 Gallerie. Foto di rito anche qui e poi via, Verso Colle Xomo. Da qui risaliamo su asfalto fino a Pian delle Fugazze, circa 250 metri di dislivello che comunque si fanno sentire. Il sole spinge e fa un bel caldo! Arriviamo cosi' al parcheggio, ci cambiamo e c'e' il tempo anche per una birretta ristoratrice. QUI LE MIE FOTO