martedì 30 dicembre 2014

Punta Veleno

30 dicembre 2014... sono in ferie, la giornata sembra buona, nessuno risponde ai miei appelli per un giro in mtb... Quindi parto da solo! Mi sveglio presto, fresco e riposato, e vado verso il Lago di Garda. Mentre salgo in autostrada noto che qui ha nevicato di piu'... mi sa che sara' dura oggi. Parcheggio e salgo in sella. Visto che mi sento bene, decido per sfidare Punta Veleno, considerata una delle salite piu' "feroci" in Italia. Certo e' che, con la mtb, siamo abituati a salite ben peggiori... ma comunque sono carico. Decido di percorrere il sentiero del "Pellegrino" fino a Crero, che con i suoi saliscendi mi fa accumulare circa 360 metri di dislivello. Sul sentiero scorgo uno scoiattolo che appena mi vede comincia a squittire. Resto a guardarlo saltare da un ramo all'altro, cercando invano di fotografarlo, mentre continua con i suoi versi. Mi scappa da ridere e decido di lasciarlo in pace.  Scendo poi a Pai e da qui, sulla Gardesana deserta, raggiungo Brenzone. Un cartello  indica "Punta Veleno", pendenza max 20%... si comincia a salire. Passo Castello di Brenzone ed ecco il cartello dell'inizio della salita. Parla chiaro: 1000 metri di dislivello in 8 km... Si parte. La strada e' chiusa per neve, cosa che dovrebbe farmi rinunciare subito... Ma vedo delle orme a terra, forse due fat bike. Se sono salite loro... salgo anche io. Il primo km e' nella norma, salendo di quota aumenta anche la neve a terra. Pedalare dentro le tracce lasciate da chi e' passato prima di me e' impossibile perche' si e' formato uno strato di ghiaccio, quindi studio un attimo la situazione e decido per tenermi sul bordo della strada, dove la neve e' piu' bassa. Sgonfio anche un po le gomme in modo da avere piu' grip. Dal 2° al 6° km la salita e' dura, ogni tanto perdo aderenza e cerco di correggere la mia andatura, qualche metro lo percorro a piedi perche' e' impossibile avanzare. Pian piano salgo, i cartelli dei tornanti (ben 20) e quelli dei km in progressione scorrono davanti a me. E noto che sto salendo bene. Pettirossi e Cinciallegre mi accompagnano lungo tutta la mia scalata.  Al 6° km la strada panoramica arriva in un punto con dei bellissimi prati, innevati. Il dislivello ormai e' superato, da qui in poi la strada sale con pendenze minori e nonostante la neve sia' piu' alta, riesco a pedalare senza problemi. Qualche foto di rito al lago sotto di me ed ecco che appaiono dei cartelli... sono in cima! Punta Veleno conquistata!  Sono praticamente in localita' Prada Alta. Con qualche saliscendi arrivo a Prada Bassa. Il gps segna una temperatura di -4... e si sentono tutti. Mi metto addosso tutto quello che ho, due paia di guanti, due giacche. Cerco di scaldarmi un po. Rallento in discesa su asfalto per non prendere troppo freddo. Vorrei scendere dai sentieri che da Prada portano a San Zeno ma e' troppo rischioso. Sono da solo e i sentieri sono innevati. Se per caso mi capita qualcosa chi mi viene a trovare? Arrivo a San Zeno con le dita congelate quindi decido di fermarmi al bar. Una cioccolata calda con un bello strudel di mele e castagne e' quello che ci vuole per ritemprarmi un po. Riparto scendendo ancora un po su asfalto fino ad incrociare i sentieri offroad che di solito facciamo in salita. La temperatura e' un po salita e la velocita' fuoristrada e' minore quindi non prendo piu' freddo. In breve sono alla Valle dei Mulini e da qui alla macchina e' ormai poca roba. A fine giro il GPS segna 54 km x 1550 mt di dislivello. Salita conquistata, relax totale in solitaria e un bel giro per chiudere l'anno in positivo! W Me! QUI LE FOTO

domenica 28 dicembre 2014

Sestri 28 dicembre 2014

Dopo la nevicata di ieri, stamattina decidiamo di trasferirci in Liguria. Le previsioni sembrano ottime cosi' come la temperatura. Vista la giornata vogliamo approfittarne per fare un giro lungo, quindi avvertiamo i compagni di merende che partiamo prima. Siamo io e Fabio. Alle ore 9,35 siamo parcheggiati e pronti a partire. Saliamo per la solita strada asfaltata che passa da Villa Carmelo. Il cielo e' azzurrissimo. Pensare che abbiamo lasciato il grigio innevato appena 50 km piu' indietro... Incredibile. Procediamo con un buon passo fino alla partenza delle PS. Prima variante del giorno. Optiamo per la discesa "i Cani" visto che il fondo sembra comunque buono. In effetti e' cosi'. Si viaggia quasi in tranquillita' stando attenti ai punti piu' viscidi. Incrociamo cosi' la Ps di Sant'Anna e decidiamo per farla subito, visto che e' la piu' tecnica della giornata. Anche qui qualche punto a rischio per un po di sabbiolina sui lastroni ma tutto sommato un buon grip. Peccato che le piogge abbiano ancora piu' scavato la discesa, costringendomi un paio di volte a scendere dalla sella per non rischiare. Poco male, Approfitto per fare foto ;). Cerco di guidare secondo lo stile che mi ha fatto vedere Gianluca e devo dire che mi sento molto piu' sicuro. C'e' da lavorarci su ma il margine per migliorare esiste. Non ho fretta. Arriviamo cosi' a valle e ripartiamo per la seconda salita. Fabio, noto esploratore, vede una variante che sale a San Bartolomeo evitando di risalire dalla stessa strada. Ovviamente la prendiamo. A parte due brevi strappi si pedala tutta senza problemi. Direi che per le prossime volte si possa rifare tranquillamente. Durante la nostra seconda salita sorpassiamo un ciclista in canottiera e braghe corte... Va bene che fa caldo... ma forse e' esagerato. Facciamo una breve sosta in cima per sgranocchiare qualcosa e per assaggiare un'arancio tra quelli raccolti da Fabio durante la salita. OTTIMO! Abbinato al pezzo di cioccolata e' poi il top! Tocca ora alle Mimose. Molto piu' facile (se facile si puo' dire per una discesa a Sestri) e meno scassata della prima. Scendiamo divertendoci alla grande. Sempre piu' contento del mio Bandit! Siamo in orario sulla tabella di marcia. Ora ci spostiamo dall'altra parte, verso Punta Baffe. Salita anche qui su asfalto fino all'agriturismo Casaggiori e poi via, prima su forestale e poi su sentiero panoramico. Mi accorgo che il filo del cambio si e' allentato. Breve sosta per rimettere in ordine il cambi oe ripartiamo. Il panorama da qui su e' veramente il top. Per non farci mancare nulla scendiamo anche al Torrione, chiamato U Turiun. Foto di rito e ripartiamo nuovamente in discesa. Tecnica la prima parte, veloce su terra la seconda. E anche qui incredibilmente il fondo e' ottimo. Da Riva Trigoso cominciamo a salire verso Punta Manara. Decidiamo di procedere su asfalto visto che il sentiero presenta subito dei gradoni. Qualche strappo piu' duro prima di entrare nel sentiero ma tutto pedalabile. Ora che siamo sul sentiero Verde Azzurro qualche trato di porting ci tocca. Ci sono dei gradoni di tanto in tanto che ci costringono a scendere. Visto che e' presto decidiamo anche di salire al Monte Castello per vedere se c'e' un bel panorama. Purtroppo pero' la vegetazione copre la maggior parte della visuale. Poco male. I 15 minuti a piedi fatti in salita ce li godiamo in discesa. Arriviamo cosi' a Punta Manara. Anche qui la salita alla Torre Saracena merita. Sotto di noi la Baia del Silenzio. Spettacolare. Comincia la discesa. Alcuni tratti fattibili, un paio di brevi risalite sui gradoni, poi il sentiero si allarga, qualche drop, un volo di Fabio e poi un tratto dove forse una moto da trial riuscirebbe a scendere. Noi non ce la sentiamo e scendiamo a piedi. Meglio non rischiare troppo. Il sentiero torna ad essere pedalabile, stretto con vista mare. Per finire... scalinata infinita, velocissima, con tratti di 6 o 7 gradini da saltare in velocita'... stando attenti ai passanti ovviamente. Un bel tornandino gradinato, e ci troviamo in centro a Sestri. Che goduria! C'e' un'altro sentiero che sale verso il Monte Castello ma non e' panoramico. Direi che per una volta questa variante si possa fare, per le altre volte credo che Punta Baffe possa bastare. Giro superpanoramico. 45 km x 1730 mt di dislivello. Per essere fine stagione direi non sia male. QUI LE FOTO

giovedì 25 dicembre 2014

25 dicembre in Mtb

Giorno di Natale. Reduci dai cenoni della Vigilia e complice una giornata di sole decidiamo di andare in mtb. Presenti al giro Natalizio io, Casaini e Emiliano. Optiamo per giro soft. Saliamo a Marciaga e da qui al Lenzino e al Bandiera. Il terreno e' leggermente umido ma sembra tenere.La prima discesa ci riporta giu' sul sentiero che sale dal campo da Golf. Il principe mi da alcune lezioni di guida in discesa, su come distribuire i pesi. Devo dire che e' tutto il contrario di come sono sempre sceso. Visto le velocita' e la sicurezza con cui scende lui penso che provero' a cambiare il mio stile di guida. Saliamo verso San Zeno, provo la gamba sul tratto asfaltato e sento che gira bene. Gran belle sensazioni. Ci infiliamo nella pineta e saliamo un altro po per poi lanciarci in discesa nel tratto con i salti artificiali. Anche qui il terreno tiene ottimamente. Solito tratto infangato nella parte piana ma qui si sa, c'e' fango quasi sempre. Riprendiamo a scendere lungo la sassaia che e' messa meglio del solito. Risaliamo verso Castion per poi immetteci nel percorso che porta verso la Valle dei Mulini. Variantina con scalinata, i soliti salti nella Valle e via, verso la conquista della Rocca di Garda. Facciamo il giro un po piu' largo per evitare lo strappo del 15%. Si sale bene lungo una strada a traffico zero. Scolliniamo e attraversiamo il campo in mezzo agli ulivi. Tagliamo nel bosco in un bel saliscendi fino allo strappo finale che sale alla rocca. Il fondo viscido pero' lo rende poco pedalabile. Fortunatamente sono pochi metri. Ora non resta che scendere verso il Lago. Decidiamo per il sentiero con gli scalini, fattibile nonostante sia viscido, tranne l'ulitmo pezzo, dove i gradini diventano di pietra e sono molgo scivolosi. Poco male. Due passi a piedi e siamo giu'. Ovviamente non ci facciamo mancare il panino con birra. A fine giro il gps segna 33 km x 1150 metri di dislivello. QUI trovate le poche foto fatte durante il giro.

sabato 20 dicembre 2014

Nomi, Lago di Cei, Cimana dei Presani e Dos dei Canoni

Oggi il meteo in Trentino sembra ottimo. Si parte. Destinazione Nomi, un paesino a 5 km da Rovereto. Oltrepassata la coltre di nebbia della pianura, da Affi in poi troviamo una giornata splendida. Sole, cielo azzurro e una temperatura incredibilmente ottima. Presenti nuovamente io, Fabio e Raffaele. Dopo un the caldo bevuto nella baracchina che pubblicizza "trippa calda", ci cambiamo e siamo pronti a partire. Saliamo su strada asfaltata a traffico zero con il cartello che indica pendenza 24%. Ci scaldiamo subito. Fabio mi ha detto che non sara' un giro panoramico... ma si dovra' ricredere. Poco dopo la localita' "Magnesia" lasciamo l'asfalto per prendere un singletrack a strapiombo sulla valle. Decisamente spettacolare e ciclabile al 98% (sono pochi metri a piedi ma davvero irrilevanti). E qui i panorami cominciano a farsi vedere! Incrociamo nuovamente la strada ed arriviamo al Lago di Cei. Un bel lago di origine glaciale. Facciamo sosta sulla sponda per sgranocchiare qualcosina e poi ripartiamo. Incredibilmente ci sono le primule fiorite...  Circumnavighiamo il lago (si fa presto non e' molto grande) e poi ricominciamo a salire. Circa 250 metri di dislivello e siamo a Cimana dei Presani, bellissima Malga Cimana e anche qui un panorama sulla valle niente male. Davanti a noi si possono vedere il Cornetto di Folgaria, il Finonchio, il Pasubio, il Carega... un gran bel vedere! Proseguiamo fino al Dosso Colonna, altro punto panoramico sotto il Dosso dei Canoni, raggiungibile con una variante in falsopiano. Ne vale la pena. Sotto di noi appaiono Trento, il Monte Bondone e tutta la valle. Se questo non doveva essere un giro panoramico... beh allora ben vengano altri giri simili! Partiamo in discesa mai troppo tecnica... o almeno tecnica quanto basta per divertirsi. Uno spettacolo. Incrociamo nuovamente la strada in localita' Magnesia e decidiamo che, vista la giornata splendida, la temperatura e la voglia di pedalare, meglio pedalare ancora un po. Prendiamo la forestale della Valgranda per poi prendere una bella discesa tecnica che parte da un pratone splendido. Ed eccoci di nuovo sulla strada. Risaliamo nuovamente fino a Magnesia ed ora comincia la discesa. Tratti velocissimi nel bosco si alternano a tratti tecnici, dentro una forra, in mezzo a radici... Le bici danzano sul fondo perfetto. Arriviamo cosi' a Villalagarina, risaliamo un po per poi scendere nuovamente in paese. Da qui a Nomi si rientra su asfalto. Fabio e Raffaele hanno ancora la forza di salire al Castello, aggiungendo cosi' altri 120 metri di dislivello. Io mi accontento dei quasi 1900 fatti... che a dicembre non sono proprio proprio male! Un giro in luoghi nuovi e spettacolari. SICURAMENTE DA RIFARE!!!! QUI LE FOTO

sabato 13 dicembre 2014

Marradi e Dintorni

Oggi si va a Marradi. Siamo al confine tra Romagna e Toscana. Presenti io, Fabio e Raffaele. Parcheggiamo nel centro del paese, la giornata e' abbastanza grigia e di tanto in tanto compare l'occhio del sole. Saliamo su asfalto fino al Passo del Carnevale. Entriamo nello sterrato e notiamo fango a terra... e non poco. Riesco a prendere il ritmo e a pedalare in salita in mezzo a pozze d'acqua.Limitiamo i danni e finalmente scolliniamo. Comincia la prima discesa della giornata, il sentiero CAI 519. Parte in carraia poi comincia a stringersi con drop, sassi, poi si passa a pratoni, calanchi e via ancora sentiero. Ed eccoci di nuovo a Marradi. Ricominciamo a salire sempre su asfalto. Raggiungiamo i 900 metri del Passo dell'Eremo ed in localita' Canove cerchiamo di raggiungere l'Eremo di Gamogna seguendo il sentiero 521. Dopo pochi metri il sentiero si stringe e diventa una palude. Si affonda nel fango fino alle caviglie, a fatica si procede. Qualche tratto si riesce a pedalare e qualche altro no. Tra mille imprecazioni riusciamo a uscire dalla palude. Una carraia ci conduce all'Eremo di Gamogna. Sempre spettacolare questo posto immerso nel nulla e che trasmette tranquillita'. Ci fermiamo per sgranocchiare qualcosa. Dalle'Eremo ripartiamo seguendo il CAI 521 prima su carraia poi sui tipici calanchi romagnoli. Oltre passiamo il Monte Val del Calvo e comincia la discesa. Un vero mix di terreni, dal tratto tecnico, alle rocce, alla pineta con radici in un mix adrenalinico che non ci fa piu' pensare al fango. Le discese sono perfette. Viscide ma non rischiose. Le bici tengono. E il divertimento di sicuro non manca. Siamo di nuovo a Marradi. Ci sarebbe da fare un'altra salita ma, stanchi del fango, decidiamo di accontentarci. Non facciamo in tempo a cambiarci che comincia a piovere. Mai decisione fu piu' saggia della nostra. Ovviamente, nel paese famoso per le birre artigianali, non ci facciamo mancare una sosta in un negozio che vende birre, non prima pero' di essere fermati a piedi dai carabinieri che ci controllano i documenti. Tre loschi individui in giro per Marradi si vede che sono stati notati. Ottime le birre e il giro sicuramente e' da rifare. Con le salite in condizioni ottimali diventa un bel giro a un'ora e trenta da casa. Concludiamo la giornata avendo percorso 35 km e 1400 metri di dislivello. QUI LE FOTO.

lunedì 8 dicembre 2014

Levanto - Bonassola Freeride

Oggi, visto che l'Autostrada del Brennero sicuramente sara' piena per il ponte dell'immacolata, decidiamo di andare ad Ovest. Verso l'amata Liguria. Siamo io, Gerry e Casarini. A Levanto troviamo anche Francesco, Alessandra e Manuel che si uniscono a noi. Decidiamo di salire subito al Monte San Nicolao. Salita lunga, su asfalto, circa 19 km e 850 metri di dislivello. Tra una chiacchiera e l'altra il tempo vola. Io e Francesco troviamo anche le forze per fare bagarre con un bitumaro... non lo molliamo fino all'incrocio con l'Aurelia. Scambiamo due chiacchiere e mi fa i complimenti per la gamba. Una bella soddisfazione. La forma c'e' e lo sento. Affrontiamo ora l'ultima asperita' per arrivare alle antenne, con pendenze toste. Facciamo una sosta per rifocillarci un po e comincia la discesa. Rispetto all'ultima volta che l'ho fatta e' stata sistemata. Tirata a lucido. Uno spettacolo. Torniamo quindi sull'Aurelia e da qui scendiamo un po per asfalto. La sterrata che porterebbe alla seconda parte della discesa e' molto sporca, quindi scendiamo un'altro po e facciamo una variante. Secondo me anche molto piu' interessante della strada che si fa di solito. Un bel singletrack pedalabile in salita. Niente male. Ora tocca alla seconda parte della discesa. Salti, tratti guidati e un finale con rocce ferme. Una discesa perfetta. Un bel mix di situazioni che fanno salire l'adrenalina. Ritorniamo sull'asfalto. Bisogna decidere il da farsi. Manuel propone di andare verso Bonassola, che poi sarebbe il giro che volevamo fare. Dice che e' una bella discesa... e noi ci fidiamo! Risaliamo per circa 4 km su asfalto.  Scendoamo a Montaretto e da qui comincia la discesa. Gradoni. tratti tecnici, panorami mozzafiato, un bel singletrack che scende di taglio sopra il mare... Davvero bello. L'ultimo tratto sopra Bonassola termina con dei gradoni. Qualcuno lo faccio a piedi. Per finire una scalinata infinita fino al paese. Splendido! Non ci resta che rientrare sul lungomare fino a Levanto. C'e' anche tempo per ammirare il tramonto sorseggiando birra e mangiando focaccia ligure. Un pazzo fa il bagno in mare e un surfista si gode le ultime onde. Direi che questo giro a Levanto sia il piu' bello che ho fatto. Il Gps segna 50 km e 1450 metri di dislivello. QUI LE FOTO

sabato 22 novembre 2014

Garda - Campi - Luppia

Dopo un paio di weekend di tempo infame oggi si torna a Garda. Presenti io, Gerry e Daniele. Decidiamo per un giro un po ' diverso dal solito Garda. Un giro che comunque conosco bene e non e' da prendere sottogamba. Al parcheggio c'e' tutto il club dei Bolognesi. Loro optano per il giro classico Pineta - Luppia. Noi partiamo in direzione Marciaga per salire ad Albisano e da qui sul Monte Lenzino. Temperatura ottimale come da copione. Il terreno sembra perfetto. Saliamo fino su al Monte Bandiera e da qui ci lanciamo in discesa seguendo il percorso della Superenduro di Torri del Benaco. In breve siamo a valle incrociando il sentiero che sale dalla Valle dei Mulini. Proseguiamo in direzione San Zeno dove troviamo il Boic, Lumaca, il Conte e un altro loro amico. Saluti di rito e si riparte. Il giro e' ancora lungo. Passiamo per Canevoi e su in salita per la pineta, sfidando tutte le salite. Devo ammettere che questa Transition mi piace sempre di piu'. Continuiamo il nostro giro puntando verso la Tenuta dei Cervi. Da qui parte una bella discesa Rock'n Roll che porta verso Campi. La conosco quindi non ci sono problemi. Siamo al giro di boa. Cominciamo a rientrare tra campi e strappi al limite del pedalabile. Stringo i denti e salgo pedalando. L'ultima volta qui ero morto! Da Crero risaliamo verso Albisano per poi salire al Luppia. Ultima fatica della giornata. La discesa tiene. Il primo tratto veloce e tecnico, il secondo bello scasato, dove solo la velocita' ti fa galleggiare sulle rocce. Chi rallenta e' perduto. E io non rallento. Mi cappotto subito ma mi rialzo e riparto. Prendo il ritmo e via, fino alla fine. Faccio il vuoto dietro di me. Ricompattiamo il gruppo e sfiliamo fino a Garda lungo la passeggiata lungolago. Non ci facciamo mancare un aperitivo al tramonto, ritrovando gli amici modenesi ed unendoci a loro in riva al lago. Un bel giro, con 3 belle discese. In totale 47 km e 1650 metri di dislivello. QUI LE FOTO

sabato 8 novembre 2014

Trekking Civago Monte Ravino

Visto le pioggie dei giorni scorsi oggi decidiamo per un trekking alla caccia dei colori autunnali. Fino a venerdi' credevo di dover farmelo in solitaria... poi si sono aggiunti Casarini, Anatas, Samanta, Davo, Sabrina e un loro amico, di cui purtroppo ora non ricordo il nome. Il meteo non e' al top ma non piove... ed e' gia' un successo. Sosta al bar di Villa Minozzo per colazione veloce e poi via, verso la partenza. Partiamo da Case di Civago e, seguendo il 605, saliamo verso il Passo. Foto a gogo durante il percorso immortalando i colori autunnale ed eccoci al Rifugio Segherie. Andiamo avanti senza fermarci e prendiamo il sentiero Pincelli. Il cielo comincia ad aprirsi. Arriviamo alla Valle dei Porci e esce un po di sole. Alcuni caprioli fuggono al nostro arrivo. Avanziamo superando due guadi e poi via, sul sentiero Spallanzani che passa sotto il Monte Cipolla. Eccoci quindi al Passo Lama Lite. Il cielo azzurro ci da il tempo di scattare alcune foto al panorama. Le nuvole basse verso valle dalle quali spiccano le vette rendono tutto spettacolare. Riprendiamo il 605 ed arriviamo al Battisti. Fortunatamente e' aperto... una pausa ristoratrice ci sta. Farro con fonduta e birra weiss. Ottimo integratore. Nel frattempo cominciamo a pensare la strada per il rientro... e Anatas ci invita a seguirlo. Il gruppo si divide. Io , Anatas, Samanta e Casarini proseguiamo verso altre cime. Il resto del gruppo decide di scendere verso le macchine. Conquistiamo in successione prima il Passone, poi giriamo sotto l'Alpe di Vallestrina (e qui se le nuvole non fossero state cosi' basse il panorama doveva essere uno spasso) e poi il Monte Ravino. Costatiamo anche che, a parte qualche breve tratto a spinta, il percorso e' ciclabile. Ottimo spunto per il prossimo anno. Da qui in poi cominciamo a scendere velocemente. Giungiamo ad un trivio... Ovviamente Anatas decide di prendere il sentiero segnalato come "ripido e scivoloso" che, viste le condizioni odierne, e' veramente strong. Tra risate, surfate, rischi di caduta e passaggi improbabili riusciamo in qualche modo ad arrivare a valle. Il sentiero e' da riprovare in condizioni ottimali. A pochi metri dalla macchina incontriamo gli altri che sono arrivati da poco. Il tempo di cambiarci e si riparte, verso La Gatta dove ci fermiamo per un veloce aperitivo. Una gran bella giornata nonostante il meteo non perfetto. Il gps segnera' a fine giornata 15 km e 1000 metri di dislivello. QUI LE FOTO

sabato 1 novembre 2014

Malga Ime - Monte Belpo

In un primo novembre con temperature ancora ottime decidiamo di salire sul Baldo. Presenti oggi io, Emiliano e Gerry. Partiamo da Caprino Veronese e saliamo verso Malga Ime. Teniamo un buon passo, Gerry si lamenta di tanto in tento perche' e' stanco, io ed Emiliano lo sproniamo a pedalare. Quasi senza accorgercene arriviamo alla Malga che oggi e' aperta. Gerry ne approfitta per spararsi una Coca Cola e mangiare un panino. Io sgranocchio qualche biscotto al cioccolato. Si riparte. Scaldo subito la gamba con un allungo fino a Malga Valfredda. Sopra di noi appaiono il Rifugio Chierego e il Fiori del Baldo. La forestale e' stata asfaltata anche qui... chissa' il perche'. Da Colonei di Pesina spiccano il volo alcuni parapendio. Sempre bello vederli librarsi nell'aria. Scattiamo qualche foto ammirando anche il panorama. Dalla nebbia della pianura padana spuntano fuori il Cimone e il Cusna. Niente male. Proseguiamo scendendo tra campi e sentieri fino a immetterci nel sentiero 51-53. Lo conosciamo bene. Le pioggie hanno dato una bella scavata al sentiero ma e' sempre divertente. Riesco anche a pedalare il gancio in salita... era da un po di tempo che non riuscivo a farlo in sella. L'accoppiata Bandit- gamba allenata risulta vincente. Continuiamo a scendere. Emiliano mi pressa da vicino, sento il fiato sul collo-- e a un certo punto sento anche la sua foratura! Taglia il copertone Tubeless e in un'attimo e' a terra! Sosta obbligata per riparazione volante, inseriamo un biglietto da visita rigido nel taglio laterale in modo che contenga la camera d'aria. Si riparte. Rimaniamo sul 51-53 invece che scendere fino a Gaon. Bel tratto di discesa con qualche tornantino veloce. Incrociamo l'asfalto e cominciamo a risalire per andare a prendere il Belpo. A circa un chilometro da Lumini c'e' l'imbocco della sterrata che porta alla discesa. Una bella forestale con un paio di ganci bruciagambe, un bel panorama sul lago... e ben presto siamo in cima. QUalche metro in mezzo ai rovi ed ecco spuntare il sentiero. Scavalchiamo la recinzione e anche qui un paio di parapendio sono pronti a decollare... Anche noi! Imbocchiamo la discesa... curve, drop, passerelle abbandonate, tratti tecnici... sembra di essere in un luna park abbandonato. In discesa questo Bandit mi sorprende sempre di piu'. Ero sicuro che in salita non mi tradisse... e devo dire che ho guadagnato anche in discesa! Ma ben presto le cose belle finiscono... E siamo di nuovo a valle. Un breve tratto a piedi per uscire dal canale un tempo ciclabile ed eccoci sulla strada che in breve ci riporta a Caprino. A fine giro i gps segneranno 36 km e 1450 metri circa di dislivello. Calcolando che alle 15 eravamo alla macchina si puo' tener presenteo anche come giro invernale... Ovviamente se asciutto! Birretta obbligatoria a fine giro all'aperto riscaldati dal sole. Godiamoci questa temperatura perche' tra un po' tutto cambieraì. QUI LE FOTO

sabato 25 ottobre 2014

Sestri 4X4 Freeride

Oggi si va a Sestri. Il meteo da temperature ancora ottimali e Emiliano ha lanciato l'idea... Fare 4 salite pedalate con le rispettive discese Freeride. Fino ad ora al massimo ne avevamo fatte 3... Che gia' a Sestri sono tante. Alla partenza ci siamo io, Gerry, Daniele, Emiliano, Anatas, Samanta, Kevin, Enrico, Il Davo e Sabrina. Partiamo e saliamo verso il Monte Castello, dove partono due delle quattro discese odierne. Arrivati in cima ci dividiamo. Kevin e Enrico scelgono di non salire fino al Capenardo e Davo e Sabrina scendono subito da Sant'Anna. Noi proseguiamo. Un bel tratto pedalato con due bei ganci e poi, per arrivare alla cima, facciamo circa 10 minuti (secondo me anche meno) a piedi. Ma il panorama su Lavagna ci rende tutto piu' facile. Emiliano sa una variante nuova che evita il primo tratto della discesa. Ovviamente si va. Un bel saliscendi verso il monte Le Rocchette ci porta all'imbocco della discesa. Qui Daniele si accorge di avere una protezione sola... Si parte. Bel tratto flow coperto di foglie con qualche mangia e bevi, tutto comunque abbastanza semplice ma divertente. Credo che farlo in primavera con sentiero pulito sia uno spettacolo. Velocissimo. Giungiamo nel pratone ai piedi del Monte Vallai e da qui parte il tratto piu' ostico. Una Rock Session da urlo. Passo in sequenza prima Gerry  e poi Daniele, che si sdraia davanti a me ovviamante cadendo dalla parte dove non ha la protezione... Una bella sbucciatura al ginocchio ma fortunatamente nulla di grave. Scendiamo a fuoco fino ad incrociare la strada! Adrenalina a gogo! Ricominica la salita. Passiamo Villa Azzaro e poi Villa Loto e nuovamente saliamo al Monte Castello. Troviamo Kevin ed Enrico che ci aspettano... quindi ora tocca a Sant'Anna. La piu' ostica delle discese di oggi. Partiamo a tutta in discesa. Faccio un pezzo troppo scassato a piedi, circa 20 metri. Le pioggie degli ultimi tempi hanno massacrato la discesa, gia' dura di suo. Arriviamo comunque tutti indenni a valle, godendoci a tratti il panorama e scattando alcune foto. Siamo a meta' giro. Decidiamo per un pit stop al bar dove mangiamo panini e beviamo birra. La barista ci offre anche un piatto di patatine fritte salatissime... Si riparte. 500 metri di dislivello. Decido di farla a tutta... Parto in solitaria e in 49 minuti scollino. Devo dire che il Bandit va davvero bene. Aspetto gli altri in cima. Scollinano tutti uno dopo l'altro. Ora tocca a Mimose. Rispetto a Sant'Anna molto piu' scorrevole (se si puo' dire scorrevole una discesa di Sestri).. Diciamo piu' veloce. A meta' discesa ritroviamo Il Davo e Sabrina. Ci scattano alcune foto mentre scendiamo. Riprendiamo la discesa a fuoco e siamo di nuovo a valle. E sono 3! Ora dobbiamo andare a fare Punta Baffe. Siamo tutti daccordo per finire il giro. Saliamo lungo l'Aurelia con pendenza costante. Su asfalto. Circa 4 km. Lasciamo l'asfalto e prendiamo la forestale. Anche qui salita costante, un paio di ganci ma tutto pedalabile. Arriviamo in cima ed ecco il meritato panorama. Sulla sinistra tutte le 5 terre, sulla destra la Baia del Silenzio. Ci ricompattiamo e comincia la discesa. Primo tratto ostico con passaggi tecnici ma anche qui tutti fattibili. Breve tratto su forestale dove scattiamo foto a gogo e poi la traccia punta a destra, su un bel single track con radici, tornantini e ripidoni. Un finale da favola. Rientriamo cosi' al parcheggio, il sole e' ormai basso e quindi decidiamo per non andare a fare il bagno. Ma c'e' ancora tempo per una birra di fine giro. Una giornata splendida, un'ottima compagnia sui sentieri che per me rimangono il top. Il gps a fine giro segnera' 50 km e 1900 metri di dislivello. W NOI. QUI LE FOTO.

sabato 18 ottobre 2014

Torbole, Altissimo e 601

Oggi tentiamo il colpaccio. Viste le previsioni meteo ottime, decidiamo di salire sull'Altissimo, con partenza da Torbole. Siamo solo io e Daniele, chi resta a casa per parenti, chi per lavoro e chi perche' gira domenica... ma noi non ci scoraggiamo. Partiamo presto, sappiamo che il giro sara' lungo. Partiamo in salita lungo la strada che porta verso Malga Zures. Strada a traffico zero con panorami mozzafiato. Si sale con pendenza costante senza strappi particolari. Lungo la salita ci sorpassano alcuni bikers tedeschi, che troveremo poi piu' avanti fermi a pranzare al sacco. Superiamo Prati di Nago e a quota 1500 la strada diventa sterrata. Una serie di tornanti ci porta cosi' alla sella Nord Est del Monte Varagna. Da qui comincia una discesa improbabile su sassi umidi che ci porta verso Malga Campei. Qualche tratto a piedi per evitare di finire il giro prematuramente e arriviamo cosi' alla Malga. Daniele fa il pieno d'acqua e si riparte. Dalla Malga prendiamo un sentiero con tratti a spinta che ci porta ad incrociare il 650. Sentiero che avevo gia' fatto al contrario due mesi fa. La prima impressione e' che ci sara' da portare la bici a mano per un po, poi pian piano proviamo a pedalare e si riparte. Il sentiero e' bellissimo. Un taglio a mezzacosta con panorama sulla valle. Dopo un breve briefing decidiamo di continuare e raggiungere la vetta. Una giornata cosi' non ci ricapita mai piu'. In ottobre si pedala in assetto estivo. Raggiungiamo Malga Campo e da qui in poco tempo siamo al Rifugio Graziani. Comincia l'ascesa verso la cima del Monte Altissimo. Io prendo il mio ritmo, Daniele comincia ad essere stanco ma continua stoicamente l'ascesa. Superata la meta' della salita decido di aspettarlo, Mangio 5 biscotti al cacao e attendo il suo arrivo. Decido di salire con lui per fargli compagnia. Un paio di tornanti ed ecco il cemento.. la vetta e' vicina. Ecco spuntare il pennone con la bandiera... e il Rifugio Damiano Chiesa! Siamo in cima. Dopo 26 km e 2300 metri di dislivello abbiamo conquistato la vetta. Ci mettiamo le protezioni e comincia la discesa. Il famoso 601, una delle discese piu' battute della zona, e una di quelle che mi mancano. Il primo tratto e' tra pietroni mossi, gioco qualche jolly, faccio alcuni passaggi a piedi e passo indenne. Daniele si spara due o tre voli a terra, la stanchezza della salita non aiuta in discesa. Continuiamo la discesa fino ad arrivare nei tagli nel bosco. Qui la situazione e' pericolosa. Sassi viscidi, umidi e seminascosti dalle foglie... Dopo aver percorso alcuni tratti a piedi decidiamo di scendere un po' sulla forestale. Durante la salita abbiamo notato che piu' in basso era asciutto... meglio non rischiare. Rientriamo fuoristrada e stavolta il terreno e' molto migliore. E' secco! La parte bassa assomiglia molto al 115 dello Zugna, Un rock garden che mette a dura prova le sospensioni e le nostre braccia. Anche le gomme... Visto che riesco a bucare una, due... e tre volte! Fortunatamente l'ultima volta buco sopra le Busatte... a sentiero finito! Mando Daniele a recuperare la macchina mentre io gli vado incontro a piedi. Sono incredibilmente in forma... quinti, visto che mancano 2 km alla macchina, comincio a fare alcuni tratti di corsa! Ho finito le camere d'aria quindi si va a piedi! Ed ecco che, a 300 metri dal parcheggio, arriva Daniele! Un giro splendido, duro, ma che regala emozioni. Salire la in cima con le proprie gambe (l'80% della gente che scende dal 601 ci arriva in funivia) e poi scendere su un sentiero cosi' tecnico ed arrivare indenni e' una bella soddisfazione. Alla fine della giornata il gps di Daniele (il mio ha cominciato a registrare dopo per problemi di ricezione satelliti) ha registrato 45 km e 2495 metri di dislivello... direi ottimo! QUI LE FOTO

sabato 11 ottobre 2014

Colline Modenesi

Oggi partiamo in tarda mattinata io e Casarini. Decidiamo per il giro classico che segue l'Orlandi Cup. Partiamo da S.Antonino e, seguendo il Fiume Secchia, arriviamo alla diga di Castellarano. Da qui proseguiamo fino a San Michele e poi cominciamo la salita di Casalcicogno. Sempre dura nonostante ora sia asfaltata. Si sale fino a quota 600 metri dove si incrocia la strada asfaltata che da Prignano va verso Serramazzoni. Casarini tenta di boicottarmi dicendo che vuole tornare a casa... Lo convinco a proseguire promettendogli di fare un giro piu' soft. Continuiamo a salire fino a Faeto immersi nei sentieri di Bosco Paradiso. Sempre bello. Da qui decidiamo di puntare direttamente verso Serra (la traccia originale che ho precorso io 15 giorni fa scenderebbe a valle perdendo circa 350 metri di dislivello). Sosta al bar per rifocillarci e poi si riparte. Ora si va a caso, controllando le mappe sul gps. Raggiungiamo Serra Pineta e da qui cominciamo a scendere nel bosco, tratto veloce e divertente, poi attraverso campi e sentieri giungiamo al Borgo di Varana Sassi, completamente ristrutturato. Da qui risaliamo a Varana e poi su verso la pista di motocross. Il tempo fino ad ora ha retto, ma nubi minacciose e nere arrivano verso di noi... Cominciamo a scendere velocemente nei campi, incrociamo per un attimo l'asfalto e poi puntiamo verso le cave. Comincia a scendere qualche goccia d'acqua. Arriviamo a quota 240, siamo nella buca delle cave. Cominciamo a risalire con pendenza importante verso Le Braglie. Facciamo in tempo ad arrivare in cima alla salita ed ecco che arrivano tuoni e lampi. Nel giro di pochi minuti viene buio... Fortuna vuole che siamo di fianco ad un fienile. Decidiamo di fermarci. Comincia a piovere sempre piu' forte, trasformandosi presto da semplice temporale in bomba d'acqua. Noi siamo al coperto e capiamo che sara' impossibile finire il giro offroad. Dopo 20 minuti la pioggia smette... ripartiamo. Su asfalto ci dirigiamo verso Via Pescarolo, In un campo l'acqua ha lasciato il suo segno... Ha scavato una pista da bob portandosi dietro il fango... a valle finisce in strada e un trattore sta gia' liberando la via dal fango. Impressionante. Ci mettiamo cosi' a tirare lungo il fondovalle dandoci il cambio di tanto in tanto. Teniamo una velocita che varia dai 33 ai 40 all'ora. Un bell'andare... e ricomincia a piovere... per fortuna piu' piano. Rientriamo sulla ciclabile e da qui torniamo alla macchina. E' un po che non prendevo una lavata cosi'... pero' un bel giro da tener presente. Vicino a casa e divertente. In totale abbiamo percorso 55 km con 1270 metri di dislivello.

domenica 5 ottobre 2014

Happy Freeride on Zugna

Eccoci di nuovo sullo Zugna. Oggi c'e' un raduno organizzato da Free-Mtb. Ci troviamo alle 9,30 presso l'ossario di Rovereto. Un nutrito gruppo di bikers e' al parcheggio. Vengono anche il Davo e Sabrina. Ci iscriviamo e notiamo che il 90% dei partecipanti sfruttera' il meccanizzato... Noi siamo pedalatori.. Quindi dobbiamo faticare. Saliamo con calma lungo la Pista dei Dinosauri. La salita la conosco bene. L'ultima volta che l'ho fatto ero morto...  Tra una foto e qualche chiacchiera arriviamo a Malga Tof. Siamo a quota 1080 metri circa... sono le 11,30 quindi e' presto per mangiare... Ci guardiamo e, mentre decidiamo il da farsi, mi sparo un pezzo di strudel tanto per far benzina. Il Davo convince Sabrina a pedalare ancora un po... continuiamo a salire. La pendenza e' sempre costante... ci sorpassa un tedesco... guardandoci quasi con aria di sfida. Mentre saliamo teniamo monitorato lo stato di stanchezza fisica di Sabrina... sembra tener botta... Si fa sempre piu' vicina la meta. A 2 km dallo scollinamento decido di partire... la gamba risponde bene... vedo il tedesco da lontano... continuo a spingere... si avvicina... se penso all'ultima volta che sono salito da questa parte e la confronto con oggi sembra che pedali un'altra persona... Lo raggiungo... lo passo... e mi prendo il GPM. Che soddisfazione! Faccio le foto al Rifugio, all'osservatorio e alla chiesetta. Poi torno indietro e vado a prendere i miei due compagni di merenda. Eccoli! Arriviamo cosi' a quota 1616! Prendiamo un po' di fiato, e poi via... giu' dal 115! Sempre uno spettacolo. Sabrina sembra non aver problemi in discesa. PEr essere da poco che ha cominciato a pedalare in mtb devo dire che se la vaca molto bene! Il 115 non e' poi cosi' banale. Nonostante il terreno non sia del tutto asciutto tiene comunque bene. Il grip e' quasi perfetto. Ho studiato sulla mappa un tagli per tornare a Malga Tof. Questo comporta almeno altri 100 metri di dislivello. Forse anche 150. Ma oggi non sento la fatica... nonostante il giro di ieri... e la serata di venerdi'. Molto bene. Buone sensazioni. Arriviamo cosi' alla Malga, ci fermiamo a pranzo. Io mi sparo brasato, polenta e fagioli. Ottimo. Ora si scende seguendo la traccia del raduno. Una libidine. Troviamo tutti i tipi di terreno. Dal bosco veloce, al tecnico, alla roccia, ai passaggi tecnici. Adrenalinico! Incontriamo anche Tommaso, sempre un piacere vederlo e fargli i complimenti per i sentieri che ci fa conoscere! Credo che questo prendera' il posto del 115 per le future discese dallo Zugna! Arriviamo cosi' al parcheggio, dopo aver percorso 30 km con un dislivello che varia dai 1600 ai 1700 metri. Direi un bel battesimo del freeride per Sabrina e un bel giro da fare anche in mezza giornata! QUI LE FOTO

sabato 4 ottobre 2014

Daniele nel Reggiano

Dopo una serata devastante all'Otoberfest di Campegine, dove la birra scorreva a fiumi, eccomi sveglio alle 7,30. Arriva Daniele da Asola per fare un giro sulle nostre colline. Alle 9,25 Gerry mi chiama e mi dice che non ce la fa... e' ancora in alto mare con la birra che non gli da tregua... A parte un po' di ciondolamento io mi sento bene. Arriva Daniele e si parte. Facciamo base a Scandiano e via. Saliamo subito da Pianderna tanto per fargli capire che qui le salite non mancano. Brevi ma intense. Visita di rito alla Quercia centenaria e poi giu' dallo Spallanzani. Ci spostiamo verso Rio delle Viole e quindi a San Romano. Saliamo a Madonna di Visignolo per prendere la lunga discesa che ci porta verso Viano. Il terreno sembra buono nonostante la piovuta a meta' settimana. In giro ci sono moltissimi Enduristi... Fortunatamente educati. Troviamo anche i primi cacciatori e, visto che hanno la foga da prima battuta, ci facciamo sentire urlando "ciclisti". Da VIano, attraverso campi e tratturi, giungiamo a Rondinara. Chiedo a Daniele come sta... Ovviamente sta bene. Allora saliamo da Tabiano verso Ca del Vento. La salita e' sempre ostica, soprattutto la prima parte asfaltata. Daniele, con la sua monocorona, tiene un bel passo. Io, conoscendo la salita e con un po' di strascichi della serata, la prendo con piu' calma. Giunti in cima entriamo nel bosco, scendiamo da Casa Speranza, risaliamo un pochino sulla "forestale" e da qui ci lanciamo verso il Castello di Borzano e via giu' dalla discesa delle Arnie. Procediamo cosi' seguendo qualche taglio e la ciclabile fino alla macchina. Telefoniamo a Gerry che ci raggiunge per un panino e una coca cola. Concludiamo cosi' un bel giro crosscountry sulle nostre colline. Non sara' freeride ma comunque e' un bell'allenamento. 45 km e 1350 metri di dislivello. Bella roba e un grazie a Daniele per aver fatto un'ora di macchina per stare in compagnia.

domenica 28 settembre 2014

Guazze Bone a sorpresa!

Complice una graditissima sorpresa di compleanno eccomi di nuovo alle Guazze Bone. Si parte giovedi' sera (sono in ferie quindi non ci sono problemi di orari), carico la mia compagna e Fiuto, il LAbrador di mia sorella che e' stato in ferie nel Reggiano. Mentre scendiamo in Maremma decidiamo di fermarci a Monteriggioni per mangiare qualcosina. Nella piazza dello spettacolare paesino ceniamo a base di bruschette bevendo ottimo Chianti. In meno di un'ora siamo a Vetulonia. Ricomponiamo la famiglia, due chiacchiere e poi tutti a letto. Venerdi' mattina visitiamo prima Grosseto (il centro storico della citta' e' molto bello) e poi Castiglione della Pescaia (il panorama dalla Rocca merita). Pranzo al Bagno La Vela a base di frittura di pesce e vino bianco, ci offrono anche l'ombrellone e i due sdrai (ormai la stagione e' finita) e, complice la giornata estiva, ci scappa anche il bagno. E' il 26 settembre... niente male! Cena in famiglia dalla Gaggio's Family e poi tutti e nanna. Sabato mattina il Capitano Marco opta per uscire in barca a vela. Scendiamo al porto di Punta Ala, non prima di aver saccheggiato il forno di Scarlino. Schiacciate, panini e birra. Abbiamo tutto quello che ci serve. Aspettiamo Sonia e poi salpiamo. Dapprima a motore fino ad arrivare alla spiaggia di fianco a Cala Violina (ci sono troppe barche per andare li... meglio stare tranquilli). Ci tuffiamo in acqua per fare il bagno. Si sta veramente bene. Dopo esserci tolti la voglia di una bella nuotata risaliamo e pranziamo. C'e' tempo anche per un po di relax anche se Marco viene punto da un'ape (o un tafano ancora non abbiamo capito!). Arriva il vento da nord... ed e' ora di issare le vele! Missis B si muove... spinta dal vento... Non avevo mai avuto il piacere di andare in barca a vela... e devo dire che e' una bella esperienza. Marco e Sonia ci mostrano alcune manovre... loro ormai sono esperti. Rientriamo per cena e Marco ci delizia con un'altra delle suo ricette. E' gia' domenica... il tempo vola quando si sta bene... ed e' ora di ripartire. Ogni volta e' sempre dura... Ma ogni volta si riparte con la voglia di tornare. Decidiamo di tornare verso casa passando dalla Val D'Orcia. Prima una sosta a Monticchiello dove pranziamo all'osteria La Porta (ottimo cibo e borgo veramente carino), poi un giro a Pienza. Molto bella. Un bellissimo quanto inaspettato weekend nei luoghi a cui sono affezionatissimo! W NOI!

sabato 13 settembre 2014

Vigolana All Mounatin

Splendido giro intorno alla Vigolana. Presenti oggi io, Emiliano, Gerry e Casarini. Si parte da Vigolo Vattaro, un paese a me sconosciuto, appena fuori Trento. Oggi finalmente provo la mia bike nuova! Montiamo le bike e siamo pronti. Mi accorgo che il telescopico ha un centimetro di gioco... non si sistema... Alzo la sella di un centimetro e decido di partire. Avro' l'amortizzatore anche nella sella! Si parte. Lasciamo subito l'asfalto per cominciare a salire fuoristrada. Sulla nostra sinistra ecco apparire il Lago di Caldonazzo e sulla nostra destra la nostra meta... il Cornetto! Attraverso prati e forestali immerse nel bosco arriviamo in prossimita' del Rifugio Paludei. Decidiamo di non fermarci e proseguiamo. La salita e' a tratti dolce e a tratti cattiva. Ma la gamba gira bene. La giornata poi e' splendida. Le poche nuvole lasciano ben presto il posto ad un cielo azzurrisimo e una temperatura perfetta. Incrociamo la strada poco prima del Passo della Fricca e facciamo una breve sosta ristoratrice. Poche centinaia di metri sulla strada principale ed eccoci catapultati su una vecchia strada panoramica. Attraversiamo gallerie scavate nella roccia, sembra di essere sulla Ponale. Emiliano mi dice che gli sembra di essere in un film. Il posto e' davvero suggestivo. C'e' anche una piccola cascata. In localita' Morganti la strada comincia ad impennarsi... La strada comincia a salire sempre di piu', in mezzo al bosco. A quota 1700 sbuchiamo in un pratone. Da qui fino alla vetta di pedalabile c'e' poco. Qualche breve tratto ma poca roba. Sono circa 1,7 km dove si guadagnano 300 metri di dislivello. Gerry ha male ai piedi quindi decido di salire a piedi con lui e fare due chiacchiere. Cosi' non pensa al dolore e sale senza problemi. Emiliano e Casarini sono piu' indietro. Decidiamo di attenderli in cima. Qualche escursionista a piedi ci guarda salire spingendo le bike, a tratti in spalla. Vedo la vetta avvicinarsi sul mio gps. Siamo all'anticima del Cornetto. Quota 2000. Lasciamo le bike su un lato del sentiero e saliamo a piedi. Un monumento fatto con un paio di sci argentati splende al sole. Sulla cima due costruzioni semicircolari indicano tutte le montagne. Il panorama a 360° e' da film. Aspettiamo l'arrivo dei nostri compagni di merenda che non tarda. Eccoli sbucare. Rimango estasiato a guardarmi intorno... Credo uno dei panorami piu' belli che ho visto per profondita' e per completezza. Si riparte. Ora dobbiamo affrontare un sentiero che taglia la montagna, abbastanza stretto e discretamente esposto. Un bel saliscendi. Davvero spettacolare! Continuiamo a scendere per circa 3 km su questo sentierino e poi giu' nei campi e su forestale fino ad arrivare a Malga Palazzo. I miei ricordi vanno a quando ho fatto la Scanuppia, la salita piu' dura d'Europa che sbuca proprio qui! Bei tempi! Dopo una breve sosta in una Malga per fare acqua si ricomincia a salire. L'ultimo strappo fino al Sass dell'Aquila. La salita su forestale lascia il posto ad un'altro singletrack con panorama sulla Valle.... Un bel tratto in piano in quota. Comincia la discesa. Un numero imprecisato di tornanti, da quelli strettissimi e infattibili (almeno per me), a quelli piu' semplici. Uno spasso. Scendiamo senza sosta fino a raggiungere il Fort dos Fornas. Da qui altra serie di tornanti e poi il misfatto... Non vediamo un bivio (anche nelle mappe il sentiero non e' segnato) e continuiamo a scendere seguendo il 446. Quando ce ne accorgiamo abbiamo gia' perso 100 metri di dislivello... Inutile risalire a piedi. Una breve occhiata alla cartina e decidiamo di trovare una via secondaria. Ci costera' almeno 100 metri di dislivello in piu', forse anche 150, che si vanno ad aggiungere al dislivello importante gia' superato. Risaliamo su asfalto, prima sulla strada principale e poi su una via secondaria. Qui ci sono vigneti e campi di mele... Decidiamo per uno spuntino in sella. L'uva e' dolcissima e le mele ottime! Un po di benzina per finire il giro ci vuole! Giungiamo finalmente alla macchina, dopo aver percorso 48 km e 2270 metri di dislivello. Un giro sicuramente non semplice, non adatto a chi non ha un po di spirito di sacrificio (la bici si spinge per quasi un'ora), ma che per me e' stato appagante. E la discesa dal Cornetto e' di quelle che si ricordano! QUI LE FOTO

domenica 31 agosto 2014

Hyper Enduro Experience Abetone

Eccoci di nuovo qui. Dopo le vacanze a Mykonos, un rientro pedalato a Ca del Vento per riprendere un po' di gamba, oggi ci lanciamo in una nuova esperienza. L'Hyperenduro Experience, una sorta di raduno freeride con ristori e guide. Ci accampiamo sabato sera nel parcheggio dell'Ovovia dell'Abetone. Casarini imbastisce una griglia imperiale... una catasta di legna e carbonella dove far rosolare la carnazza. A seguire birre e ottimo vino, uscito dalla cantina di Enrico. Voto 11 al Pinot Nero! Approfittiamo per festeggiare i 40 anni di Emiliano... una serata decisamente al Top. Presenti io, Enrico, Emiliano, Casarini, Gerry, Anatas, Samantha e Carlo. Domenica mattina ci svegliamo presto (la partenza e' fissata alle 8,30). Ci cambiamo, ci iscriviamo e si parte. Primo impianto. L'ovovia ci porta sul Monte Gomito. Ci saranno circa una cinquantina di bikers. Un bel gruppetto. Dalla cima cominciamo a scendere, prima su sasso smosso poi via via piu' flow, con tratti in contropendenza nel bosco. Molto divertente. Proseguiamo poi lungo sentieri e tratti asfaltati fino a Cutigliano. Secondo impianto. La funivia della Doganaccia. In cima, al Rifugio, il primo ristoro. Facciamo un po' di scorte e ripartiamo. Bisogna risalire fino a Croce Arcana e da qui giu' verso Capanna Tassoni. Discesa divertente che non avevo mai fatto in mtb (sempre solo con le ciaspole). Secondo ristoro. Personalmente mangio due pezzi di torta (sempre il top) e poi, insieme ad Enrico, decido di ripartire. Ho paura che a fare troppe soste mi si inchiodino le gambe... il giro e' lungo e le salite piu' dure devono ancora arrivare. Saliamo con un buon passo fino al bivio della Mirandola, e da qui su verso il Colombino. Un paio di brevi tratti a piedi ed eccoci in cima. Aspettiamo l'arrivo degli altri per poter cominciare la discesa. Madonna del Ponte, oggi in condizioni strepitose. Ci lanciamo giu' ricompattandoci di tanto in tanto. CI siamo sganciati dal gruppone. Avevamo gia' deciso prima della partenza visto che noi da Fanano a Sestola vogliamo fare offroad. Arriviamo al ponte indenni, carichi di adrenalina. Anatas e Casarini si lanciano dentro il fiume... Chapeau! Io comincio la mia risalita al mio passo. Enrico mi segue. Come da copione seguiamo i sentieri offroad fino a Sestola, non facendoci mancare anche lo strappo del Campeggio di Sestola... Abbastanza mortale. In lontananza si sentono un paio di tuoni.... Enrico prova a farmi credere che sia il rumore del cassone di un furgone... ma siamo fortunati... Il temporale gira lontano. Terzo impianto... Seggiovia di Sestola. Saliamo a Pian del Falco credendi di trovare il ristoro... invece scopriamo che e' a Passo del Lupo. Quindi aspettiamo il resto del nostro gruppetto di Dissidenti. Dopo 30 minuti eccoli arrivare. Con loro anche il primo gruppo del raduno (che e' salito lungo la statale da Fanano a Sestola accorciando cosi' i tempi). Mentre il gruppo con le guide attende il furgone noi decidiamo per pedalare fino a Passo del Lupo. Facciamo quasi prima noi in bici che loro con il furgone. E all'ingresso della Funivia di Pian Cavallaro ecco un'altro ristoro. Torte e frutta fresca. Ci sta! Saliamo a Pian Cavallaro, un vento freddo ci costringe a rimanere nel Rifugio. Fortunatamente si calma... e riusciamo a stare fuori. Aspettiamo l'arrivo di tutti noi e cominciamo a scendere. Il primo gruppo del raduno e' con noi. Anatas ha una bella variante da farci fare... e decidono di seguirci tutti! Scendiamo su un sentiero comunque facile ma non banale fino a Capanna dei Celti. Il panorama pero' merita un bel po'! Da qui a Fiumalbo purtroppo e' tutto asfalto. Anatas si lancia in un taglio della strada ma e' molto scassato... Ormai la stanchezza comincia a farsi sentire... Meglio evitare. Ed eccoci in paese... da qui mancherebbero circa 7 km e 360 metri di dislivello... Tutti su asfalto... Decidiamo di attendere il furgone (Gerry ed Emiliano a parte) e rientrare alla base. L'autista sembra un pilota di Rally... e il Ducato una Subaru! Va a cannone e noi tutti dentro il cassone! Finale ad alto tasso di adrenalina! Un ultimo brindisi in onore di Emiliano e poi via... tutti a casa. Una bella esperienza da rifare, magari provando a fare gruppi che possano tenere un passo costante per evitare i tempi morti. Sentieri stupendi anche dalla parte Toscana. Il gps ha registrato 70 km e circa 3700 metri di dislivello. Bella roba! QUI LE FOTO

domenica 10 agosto 2014

Orecchiella e Pania di Corfino

Era qualche anno che non facevo il Giro dell'Orecchiella... Oggi ci riproviamo. Con due dritte del sempre mitico Fabio Cavazzuti edito una traccia... cercheremo sentieri freeride per evitare le discese su forestali. Non contento aggiungo anche la conquista della Pania di Corfino. Si parte. Causa ferie estive siamo solo io ed Emiliano. Partiamo da Case di Civago in modo da avere la macchina comoda per il rientro... cosi' ci spariamo subito la salita fino a Case Catalini. La giornata e' splendida e la temperatura e' ottimale. Saliamo con un buon passo affiancati di tanto in tanto dai merenderos che salgono in macchina... Prima o poi chiuderanno la forestale... speriamo! Svalichiamo al Passo Lama Lite dopo quasi 14 km e 800 metri di dislivello... in 1,39. Calcolando le bike da 15 kg non male! Scendiamo al Bargetana dove un saluto e un pezzo di torta sono d'obbligo. Peccato non poter rimanere a pranzo... ma il giro e' lungo e dobbiamo ripartire. Emiliano si lancia in evoluzioni trialistiche per pedalare quasi fino al Passo Focerella. Io sento la mancanza del 22 e sono costretto a fare un breve tratto a piedi. Svalichiamo. Davanti a noi appaiono le Apuane. Scendiamo al Rifugio la Foce, foto di rito e poi parte l'esplorazione. Seguiamo il sentiero Airone 3. A tratti carino, a tratti molto sporco e non curato, un tratto allargato forse per i lavori nel bosco, poi si ributta in singletrack nel bosco. Qualche pozza ci costringe a fare alcuni metri a piedi, alcuni passaggi in prossimita dell'attraversamento del fiume un po ostici e infine sbuchiamo sulla forestale. Tutto sommato niente male. Se solo chi deve fare manutenzione eseguisse i lavori sarebbe uno spettacolo. Una bella variante freeride per evitare la forestale infinita che dal rifugio porta a Metello. Comincia ora la lunga salita che porta alla Sella di Campaiana. Facciamo una breve sosta alla fontana per prendere un po di acqua fresca. C'e' anche il furgone che vende prodotti locali e fa panini con pane toscano, prosciutto e formaggio. L'avevo visto gia' anni fa. Continuano le tentazioni... ma resistiamo e proseguiamo. Sempre rilassante salire dentro il Parco dell'Orecchiella. Il rumore dell'acqua che scende nella canalina di fianco alla strada ci accompagna nella risalita. Dalla Sella di Campaiana saliamo fino in cima alla Pania di Corfino. Qualche metro a piedi ed eccoci arrivati. Vetta conquistata. Foto di rito e giu' verso Campaiana. Tratto iniziale insidioso e tecnico, tratto nel bosco devastato quindi passiamo di fuori ed eccoci al Rifugio Granaiola. Molto carino. Rischio un bagno in una pozzanghera di fango... mi va di lusso... entro solo con la gamba! Via in discesa nel bosco, tratto tecnico che sbuca in un pratone... e siamo a Campaiana. Riconosco le case... Qualche metro ed ecco il Ristoro il Fungo! Ovviamente ci fermiamo. Hanno finito i funghi... ma in compenso hanno la birra Lupulus.. che fa solo 8,5°. Emiliano non resiste e ne ordina una bottiglia da 0.75. Ci mangiamo anche un tagliere misto di crostini e qualche salume. Caffettino, 12 euro a testa... e si riparte. Comincio un po a tirare. Mi ricordo quasi a memoria la strada... Emiliano mi segue a ruota. Arriviamo a Foce di Terrarossa e da qui risaliamo verso Casoni di Profecchia. Sguardo basso e pedalare. Odio l'asfalto e cerco di togliermelo il piu' in fretta possibile! Riprendiamo a salire verso l'ultima conquista, il Passo Forbici. Stringiamo i denti... ed ecco che comincia ad intravedersi la luce... Ci siamo! Sgonfio le gomme e si va. Il 691 fino al San Leonardo e' sempre una garanzia. Qualche ramo in mezzo al sentiero ci sta. Arriviamo al fiume e siamo costretti a fare un passaggio cicloalpinistico reggendoci ad una corda e guadando il fiume. Il secondo guado Emiliano decide di farlo in bici... c'e' troppa acqua! Io passo a piedi. Ed eccoci al San Leonardo! Prima dell'ultima Rock Session del 605 ci spariamo un bel piatto di ricotta con mirtilli con una Heineken in lattina... Quest'ultima veramente triste! Pero' quella passa il convento. Montiamo in sella avidi di salita... e ci spariamo in sella anche l'ultimo ripido tratto verso la discesa. Si parte. Mi gioco subito un Jolly wippando in discesa... ho visto il retrotreno della bike quasi superarmi... non so come ho fatto a tenerla... Faccio passare Emiliamo. I pedoni ci guardano scendere... qualche salto tanto per dare un po di spettacolo... E siamo a valle! Un gran bel giro! Il GPS segnera' 57 km x 2100 metri di dislivello. Niente male! Ovviamente W NOI. Un grazie ad Emiliano per la compagnia e per le chiacchiere. QUI LE FOTO. Dimenticavo.. Voto 11 al Covert!

sabato 2 agosto 2014

Cimone 2 Agosto 2014

Oggi si va sul Cimone. Visto la giornata da bollino rosso sulle autostrade decidiamo di andare sulle nostre montagne.. che poi cosi' male non sono. Ritrovo ai Ponti di Fanano. Presenti al nostro giro io, Daniele, Gerry, Emiliano, Casarini, il Davo ed Enrico. Kevin ci abbandona subito aggregandosi al gruppo dei modenesi. Decidiamo di salire da Ospitale per paura del possibile fango in zona Taburri. La giornata e' calda e soleggiata e, nella mattinata, accompagnata anche da un leggero vento. Lasciamo l'asfalto ad Ospitale togliendoci cosi' dalla strada. Constatiamo subito nel sottobosco che, nonostante le abbondanti piogge della settimana, il terreno ha retto. Non c'e' fango! Passiamo il Feliceto ed arriviamo cosi' a Capanna Tassoni. Breve sosta per un pezzo di torta al mirtillo e per decidere il giro da fare. Decidiamo di risalire per andare a prendere la Mirandola anche perche' un gruppo di bikers romagnoli ci ha appena detto che e' in condizioni perfette. Il Davo decide per proseguire in solitaria verso lo Scaffaiolo. Lo raggiungeremo piu' tardi. Risaliamo la forestale con i suoi 3 strappi decisi. Riesco a oltrepassarli senza problemi. Questa Covert e' proprio una gran bici. Prima discesa, la mitica Mirandola. Il fondo tiene anche se ci giochiamo qualche Jolly, Daniele decide anche di fare un volo per terra senza conseguenze. Tratto veloce nel bosco, tornantini e tratto tecnico. Un bel mix concentrato in un'unico sentiero. Risaliamo nuovamente a Capanna Tassoni e da qui via verso Croce Arcana. Il vento sembra essere cessato. Enrico ci fa fare una variante che passa sotto i ripetitori. Un bel singletrack in quota. Ci riagganciamo al solito sentiero che porta verso il Lago Scaffaiolo. Casarini decide di rompere la catena... Fortunatamente ha una falsamaglia... anzi ne ha addirittura due... quindi in breve tempo, e grazie all'aiuto di Daniele, siamo di nuovo tutti in sella. Sosta al Duca degli Abruzzi per altro pezzo di torta. Stavolta con la nutella. Spettacolare. Recuperiamo il Davo e scendiamo dalla mirtillaia. Riesca a fare quasi tutto il tratto finale... Arrivo a pochi metri dalla salita che porta al passo della riva. I 160 di escursione sono una manna dal cielo. Risaliamo verso il Passo della Riva superando indenni anche la discesa nel bosco. Foto di rito sulla pietra con panorama mozzafiato e poi via, verso l'ultima fatica. Scendiamo a cannone fino al Lago Pratignano (ovviamente stracolmo d'acqua) e poi via... Cappelbuso, Ca de Fuochi e le Caselle... con variante della Madonnina finale. Una scarica di adrenalina pura, una discesa infinita che mette a dura prova i muscoli e le mtb. Enrico che con la sua Stanton front va giu' come un missile. Arriviamo cosi' al parcheggio dopo aver percorso 44 km con 1950 mt di dislivello. Una gran bella giornata accompagnata da uno splendido sole e da un'ottima compagnia. QUI LE FOTO... e ovviamente.... W NOI!

domenica 27 luglio 2014

Levanto Freeride

Visto che quest'anno l'estate non vuole arrivare, consultiamo il meteo e andiamo a cercarla. Puntiamo il dito su Levanto che, secondo le previsioni, dovrebbe essere una meta ottimale. Ci troviamo alle 7,30 a Modena nord io, Kevin, Henry e il Boic. Si parte. Traffico praticamente nullo. La temperatura e' ottimale e le due gocce cadute poco prima del giro non ci spaventano. Il cielo e' azzurro si va! Seguiamo una traccia di 3 anni fa registrata dal Moretti Freeride Top Team. Lunghissima salita su asfalto fino alle antenne del Monte San Nicolao. Da qui prendiamo la prima discesa che purtroppo e' chiusa dalle piante. Pochi i tratti pedalabili. Si avanza a piedi e di tanto in tanto qualche metro a spinta. Guadagnamo finalmente l'asfalto! La mente malata del Boic ci convince a risalire fino in cima alle antenne. Oltrepassiamo il Passo del Bracco e riprendiamo la ripida salita verso i ripetitori. Nel frattempo si sono uniti a noi i ragazzi di Parma. Il gruppo si espande. Arriviamo in cima e giu' in discesa. Stavolta non veniamo delusi. Sembra di essere in un parco giochi. Curve spondate, salti, droppettini. Uno spettacolo! Procedo con prudenza visto che ho la Covert Carbon di Omar. Uno spettacolo di bici. Nonostante la rapportatura da bici da crosscountry (doppia corona 38/24) e una taglia M (leggermente corta per me) riesco a pedalare tutto il giro superando rampe ripide. In discesa poi e' uno spettacolo. I 160 mm di escursione, un angolo di sterzo piu' aperto e un sistema semplice quanto proficuo rendono questa mtb una tuttofare da incorniciare. Telaio in carbonio. L'abbiamo pesata e nonostante non sia montata al top dei top e' 14,6 kg. Pedalabilissima! Voto 11! Torniamo al giro. Riprendiamo l'asfalto per dirigerci verso Pian del Lago e l'ultima discesa. Spingo sui pedali lungo la salita offroad. Ricompattiamo il gruppo in cima e si parte. Ci aspettano 6 km di discesa. Primo tratto seguendo il sentiero 19 con drop artificali. Mi sento talmente sicuro che ne faccio anche qualcuno. Tratti veloci, tratti tecnici, rock session spaccabraccia... un bel mix di tutto cio' che un biker puo' volere! Ci spariamo anche l'ultimo pezzo della discesa, una serie di tornantini con sassi smossi e vari scalini, con panorama sul mare e sulle spiagge di Levanto. Stupendo. Resta il tempo per un bagno al mare e per una bella birra fresca. Sembra quasi impossibile pensare che il 27 luglio siamo riusciti a pedalare in Liguria senza patire un caldo infernale. Questa estate e' proprio anomala... come anomalo e' anche l'assenza di traffico al rientro. Buon per noi... in un'ora e 40 siamo a casa! A fine giro il GPS segna 42 km e 1340 metri di dislivello. Gia' pronta la traccia pulita che evita la prima discesa e ne aggiunge una finale verso Bonassola. QUI LE FOTO!

domenica 20 luglio 2014

Ebike... la Montagna a portata di tutti

Giornata spettacolare oggi sul Monte Baldo. Dopo il furto subito ho bisogno di tornare sui monti. E perche' non farlo con la mia compagna? Ci viene in mente che sul Monte Baldo hanno appena aperto un noleggio di Ebike. Sono un po scettico ma si va. Visto che comunque sono a piedi va bene tutto. Si sale con la spettacolare funivia rotante (l'ultima volta che l'ho presa era ancora la vecchia funivia bianca e rossa... questa e' una figata) che porta a quota 1700 e, nell'ultimo tratto, gira su se stessa regalando un panorama a 360°. Giunti in cima andiamo subito al Green Bike Park che mette a disposizione ben 15 biciclette. Il prezzo e' di circa 30 euro per 3 ore ma i ragazzi sono abbastanza elastici. Le bike sono delle Scott EAspect da 29 pollici, con amortizzatore anteriore e freni a disco. Registriamo le selle e siamo pronti a partire. Diciamo che parliamo di bici con pedalata assistita... bisogna comunque pedalare per far muovere il mezzo. Sulla sinistra il comando dell'aiuto che va dallo spento al massimo della forza. Sulla destra il comando dei 9 rapporti posteriori. Le bici sono belle scorrevoli anche se un po rigide, sicuramente perche' sono Entry Level e perche' la pressione dei pneumatici viene tenuta alta per evitare le forature. La pedalata assistita e' incredibile. Basta schiacciare un pulsante e pedalare che la mtb prende velocita' facendo pochissima fatica e raggiungendo punte in salita inimmaginabili (al 18% salito ai 13 all'ora senza far fatica...). Ci dirigiamo verso Bocca di Navene dove e' d'obbligo la foto al panorama e da qui saliamo verso Bocca del Creer. Superiamo un gruppo di ciclisti con bici da corsa... Davvero impressionante la facilita' con cui si avanza. A bocca del Creer decido per fare una deviazione verso Malga Campo, dove si possono acquistare formaggi. Ovviamente sosta d'obbligo per fare foto agli animali presenti e per fare un'assaggio di salumi e formaggi. Torniamo a Bocca del Creer e scendiamo verso Malga Bes. Le ruote da 29 permettono di passare sopra gli ostacoli senza nessun problema. Intorno a noi mucche e malghe a gogo. La giornata e' stupenda. Il cielo e' azzurrissimo e fa caldo. Giriamo intorno alla Corna Piana per poi scendere sulla strada che sale da San Valentino. Da qui si risale prima per asfalto e poi per sterrata al punto di partenza. Abbiamo percorso quasi 25 km e 800 metri di dislivello con pendenze anche importanti. Sarebbe stato impensabile percorrerli con una mountain bike normale e senza allenamento. Credo che per il turismo sia una cosa molto positiva. Se la gente capisce queste bike e comincia a farne uso vedremo sempre meno macchine in giro sulle forestali. Un turismo ecologico e salutare per portare persone che non hanno tempo per allenarsi in luoghi magici con panorami stupendi.  Solo conoscendo la montagna si puo' imparare ad amarla. E questo e' un bel modo per conoscerla. Sistemate le bike e salutati i ragazzi siamo andati a goderci il panorama. Di fianco a noi un continuo partire di Parapendio si lanciano nel vuoto. Bellissimo. Scesi a valle non ci facciamo mancare un bel bagno al lago e un giro per le vie di Malcesine. stupendo paesino che non avevo mai visitato. Come sempre... W NOI!

venerdì 18 luglio 2014

E' toccato a me...

Sono anni ormai che i furti di bici da garage e negozi dilagano in tutta Italia. Io stesso ho amici, sia negozianti che persone fisiche, che hanno subito tale vigliaccata. Ed ora e' toccato a me. Dopo 4 giorni trovo la forza di scrivere due righe. Partiamo dal fatto che, durante questa mia settimana di ferie, avevo pianificato un bel giro in solitaria di due giorni sulle Dolomiti del Brenta. GPS carico, digitale, zaino e borsa pronti. Martedi' mattina, con puntualita' svizzera, alle 6,30 sono in garage per caricare la bici in macchina. Apro il basculante, butto dentro l'occhio... e il garage e' vuoto. La mente umana alle volte gioca strani scherzi... mi viene da pensare subito di averla caricata in macchina la sera prima (anche se impossibile visto che la macchina era in cortile...). Do comunque un'occhiata ma non c'e'... In garage tutto e' in ordine... C'e' ancora la Cannondale vecchia, snobbata dai ladri che cercano solo merce vendibile e che frutta abbastanza soldi... Esce il mio vicino di casa che ha le telecamere e gentilmente mi fa vedere le registrazioni. All'una di notte ecco due persone che scavalcano il cancello, cominciano a guardare sotto i garage con una pila cosa c'e' di interessante da prelevare, con una naturalezza inquietante... Uno dei due credo stia anche fumando una sigaretta. Fanno il giro di tutte e tre le palazzine, aprono 8 o 9 garage non trovando pero' nulla di prezioso e leggero da portar via "a spalla". Poi tornano nel mio. Vedere le immagini della mia mtb, frutto di sacrifici fatti negli anni, sparire nel giro di pochi minuti fa veramente male. Torno in casa, l'incredulita' lascia spazio alla disperazione, piango dal nervoso. Perche' mi chiedo? Io che in 43 anni sono sempre stato una persona onesta, non ho mai fatto un torto a nessuno, lavoro tutti i giorni e non vedo l'ora che arrivi il weekend per staccare la spina in mezzo alle montagne, facendo cio' che amo... PEDALANDO... E questi due maledetti in pochi minuti hanno rovinato tutto. Ovviamente il mio bel viaggio sulle Dolomiti salta... Arrivano i carabinieri, verificano l'effrazione, raccolgono quasi increduli la testimonianza del furto  e tutto finisce. Sono 4 giorni che guardo tutti i siti possibili immaginabili dove poter trovare bici in vendita... Ma so gia' per certo che non la trovero' piu'. Nessuno di quelli che conosco ha recuperato la sua bici. E la cosa mi fa ancora piu' rabbia. Nel pieno della stagione, nel pieno della forma, quando dovresti divertirti al top... ecco che ti crolla il mondo addosso. Fortunatamente mi hanno lasciato il muletto... La vecchia Cannondale gialla... Almeno dietro casa riesco a girare... senza fare pero' sentieri troppo sconnessi. Adesso c'e' l'attesa... e ancora un briciolo di speranza... di ricevere una chiamata sul cellulare che annuncia il ritrovamento del mezzo... Poi dopo ferragosto si vedra'. Mi auguro che i soldi che i due balordi ricaveranno dalla vendita della mia mtb possano finire in medicinali... Queste persone non meritano di vivere.... Io la penso cosi'... Ciao Dark Lady... Speriamo sia solo un arrivederci... e speriamo di ricominciare presto a girovagare insieme per boschi e montagne.

sabato 12 luglio 2014

Golfo dei Poeti Freeride

Visto il meteo incerto, oggi ci spostiamo in Liguria. Presenti io, Gerry, Anatas, Samanta, Kevin, Casarini, il Davo e Henry. Partiamo da Bocca di Magra, il giro e' quello fatto lo scorso anno in Agosto da me e Gerry. Un giro breve ma intenso. Saliamo per asfalto verso Montemarcello. La vista del mare ha sempre un suo perche'. Superato il Monastero di Santa Croce lasciamo l'asfalto per salire nella pineta. Avevo un ricordo ben diverso di questa salita. Complice il caldo e i chili in piu', l'anno scorso avevo fatto una fatica incredibile... oggi salgo senza batter ciglio. Bella senzazione. Uno strappo dopo l'altro arriviamo a Montemarcello, stupendo paesino collinare. Ci lanciamo in discesa, un po presi alla sprovvista, in un bel sentiero freeride con radici e drop. Spettacolo. Peccato sia breve. Un'altro strappo bello duro ci porta al punto panoramico dove scatta la foto di rito. Sulla nostra destra appare Portovenere e le sue Isole. Attraversiamo la strada e via... altro strappo verso Monte Murlo e l'Orto Botanico. Arrivo in cima alla salita. Arrivano anche gli altri... mancano pero' Henry, Casarini e il Davo. Dopo una breve consultazione scopro che non hanno la traccia... La Samanta riesce a rintracciarli via telefono e gli da le indicazioni. Io torno giu' a prenderli. Ricompattiamo il gruppo e da qui in avanti mi metto a fare la scopa. Cosi' non perdiamo piu' nessuno. Cominciamo a scendere nuovamente tra muretti, ulivi e piante fiorite. Sotto di noi Tellaro... Visto da quassu' e' una meraviglia. Entriamo nelle strette vie del paesino fino ad arrivare al mare, in prossimita' della chiesa e della caletta. Ovviamente, ci siamo portati dietro il costume... e perche' no... un bagnetto ci sta! Ci cambiamo e via... un tuffo dopo l'altro ci godiamo il mare. Ripartiamo e riesco a spararmi tutta la scalinata in sella, con il tifo di due avventori del bar e un paio di passanti. Puntiamo verso Fiascherino e da qui ricominciamo a salire. Ci aggangiamo alla variante editata da Anny, il primo tratto che porta al Monte Branzi e' molto bello, un sentiero stretto immerso nel bosco in salita sempre pedalabile. Dalla cima si scende verso Monti si San Lorenzo e poi la sorpresa... si risale... Salita ripida e con sassi appuntiti... cado da fermo e prendo una botta alla coscia... meno male senza conseguenze... solo un gran dolore. Anny se la spara tutta in sella... io ci provo ma qualche metro lo faccio a piedi... Arrivati in cima ci giriamo verso valle e scorgiamo dei cartelli... indicano PS3... quindi, quella che abbiamo fatto in salita, sarebbe una discesa di una prova speciale! Poco importa. Saliamo su asfalto nuovamente prima ad Ameglia e poi a Monte Marcello. Da qui non ci resta che scendere. Altra bella discesa prima nel bosco e poi Rock Garden Finale. Ovviamente giunti a Bocca di Magra non possiamo non fare un'altro bagno! Ci fermiamo al bar per una birretta... e una tira l'altra decidiamo di rimanere li anche a cena. Siamo in 8...  Volano via 18 birre, due Mojto e un prosecco... Anche Gerry beve una birra! Stendiamo un velo pietoso sul prezzo delle birre... ma va bene cosi'. La giornata e' stata splendida, il giro divertente e la compagnia ottima. Come sempre... W NOI! A fine giro il gps segna 30 km e 1250 metri di dislivello. QUI LE FOTO

sabato 28 giugno 2014

Tremalzo Hard Tour

Oggi partiamo per la conquista del Tremalzo. E' il battesimo di Gerry... non e' mai stato su in cima. Visto l'evolversi della situazione del mio cerchio (lasciato 4 giorni in negozio per sostituire due raggi e non e' stato nemmeno preso in considerazione) decido di prendere a noleggio una mtb. Durante il viaggio in autostrada troviamo pioggia a gogo... ma continuiamo a crederci. Arriviamo a Riva. Intorno a noi turisti stranieri in giro in mtb. Ci convinciamo del tutto. Un rapido sguardo verso la nostra meta e le nuvole sembrano aprirsi. Vado da GardaonBike e noleggio una Cannondale RZ da 120. Nel frattempo lascio anche il mio cerchio da sistemare. Alle 10 siamo in sella. Gia' dalle prime pedalate sento che la bici calza a pennello. La Ponale come sempre e' uno spettacolo. Saliamo con un buon passo ed entriamo cosi' in Val di Ledro. Lungo la ciclabile incrociamo un gruppo di ragazzini che scendono verso Riva... l'ultima ragazza prende paura in discesa, si attacca al freno anteriore e il gioco e' fatto... Vola per terra a pelle d'orso e comincia a lamentarsi piangendo. E' straniera, molto probabilmente tedesca. Cercando di parlare in inglese mi chiede di tenergli in alto le gambe perche' ha preso una botta nello sterno ed e' senza fiato. In meno di dieci minuti si riprende fortunatamente senza conseguenze. Un grosso spavento niente di piu' Ripartiamo verso Ledro, stada ormai fatta decine di volte. Oltrepassiamo il lago e appena entriamo nel bosco abbiamo un incontro ravvicinato con un capriolo. Stupendo. Cominciamo la salita verso Bocca dei Fortini. Continuiamo a tenere un buon passo lasciandoci alle spalle una dopo l'altra tutte le rampe cementate. Arriviamo al Passo Nota dopo 2 ore e 15 minuti di pedalata. Niente male. Sosta obbligata per il panino allo speck e formaggio e una coca cola. Il meteo verso la cima non promette nulla di buono... Cielo grigio scuro... Incrociamo le dita. Ci infiliamo l'antipioggia perche' vengono giu' due gocce... ma ecco che si alza un leggero venticello... che pian piano spazza via le nuvole. Dopo 3 curve siamo costretti a fermarci per spogliarci! Le due gocce erano proprio due di numero... Mi metto a ruota di Gerry facendogli fare il suo passo. Incredibilmente non faccio fatica. Tornante dopo tornante guadagnamo quota, avvicinandoci sempre di piu' alla meta. Le nuvole che passano veloci rendono la salita piu' mistica... alle volte siamo avvolti dalle nuvole e dopo pochi metri spunta il sole regalandoci scorci sulla salita appena fatta e sulla valle. Gerry comincia ad avere qualche acciacco ma stringe i denti e tira dritto! A pochi metri dalla cima incontriamo un biker straniero... che sta scendendo con una bici da ciclocross! Con il mio inglese maccheronico gli dico che lui e' Il Re del Tremalzo! Ecco la galleria... il famoso Buco Nero! Siamo in cima. Foto di rito con Gerry, scambiamo due parole con altri tre tedeschi che sono in cima e poi via verso il Rifugio Garda che e' incredibilmente vuoto. Solitamente qui ci sono tanti bikers... ma si vede che la giornata ha invogliato poca gente a salire. Ci beviamo una seconda coca cola e ripartiamo subito. Lasciamo la strada asfaltata e andiamo a Bocca Caset. Proseguiamo sul 456, il bellissimo single track che porta a San Martino, in condizioni perfette. L'ultima volta che ero passato di qui c'erano un sacco di alberi caduti. Stavolta nemmeno l'ombra. Il terreno e' un po umido e le gomme fanno quello che possono. Ma ripensando a come pioveva stamattina ci sta andando anche troppo bene! Scendiamo fino alla chiesetta di San Martino, poi ancora giu' con una splendida visuale sul Lago di Ledro fino ad incrociare la strada cementata. Qui decidiamo di seguire la variante di SuperAsh che ci fa risalire di circa 100 metri di dislivello. Una bella strada pedalabile che poi diventa un sentiero nel bosco, un paio di passaggi a piedi (parliamo di una decina di metri) e poi giu', per un sentiero che a tratti segue il letto di un torrente, a tratti e' veloce e nel finale diventa freeride! Sicuramente da rifare asciutto. Ne vale davvero la pena. Eccoci di nuovo al Lago di Ledro... Le sorprese non sono ancora finite! Una salitella ci fa guadagnare altri 80 metri di dislivello poi giu' su asfalto fino alle Palafitte. Decido di far fare a Gerry il giro completo.. con la variante Rock 'n Roll di Legos che mi aveva insegnato Enea. Sentiero che parte tranquillo per poi trasformarsi in un Rock Garden dove bisogna lasciar correre! Ultimo tratto di ciclabile e poi via... ultima variante spaccabraccia dove 4 pedoni ci guardano come se fossimo pazzi. E siamo di nuovo sulla Ponale. Rientro in tutta calma gustandoci il percorso e un bel gelato finale con una bella birretta fresca. Incredibilmente siamo riusciti a fare tutto il giro senza prendere pioggia! A fine giro il gps ha registrato 57 km x 2300 metri di dislivello. La Cannondale rimane sempre un gran mezzo! Sensazioni ottime. QUI LE FOTO DEL GIRO

sabato 21 giugno 2014

Monte Altissimo e sentiero 650

Oggi si pedala sul Baldo, versante dell'Altissimo. Siamo io ed Emiliano. Partenza puntuale come sempre. ore 10,05 cominciamo a pedalare. La traccia vista sulle cartine si rivela quello che e'... salita su asfalto... su strada trafficata percorsa da motociclisti tedeschi e austriaci che credono di essere al Mugello... Mah... Saliamo fino a Brentonico e da qui un paio di varianti Offroad ci portano a San Giacomo. Fortunatamente il traffico lo abbiamo lasciato piu' a valle.Passiamo San Valentino e puntiamo verso il Rifugio Graziani. Emiliano ingaggia una bagarre con un gruppo di ciclisti da corsa... riesce a stare in gruppo e a staccarne qualcuno. Chapeau! Io nel frattempo vengo attratto dal fischio delle marmotte e riesco a fotografarne una. Sempre uno spettacolo! Ecco il Graziani. Ci siamo sciroppati 1600 metri di dislivello in 21 km di salita... e ora ci restano gli ultimi 380... in 4 km. Sosta barretta e si parte. Circa a meta' salita arriva un crampo... sono costretto a fare due passi a piedi per farlo rientrare... Emiliano ha una marcia in piu' e sale. Riesco a rimontare in sella e a ripartire. Alla conquista della vetta! Purtroppo alcune nuvole in quota non ci fanno ammirare il panorama sottostante. In cima.. a quota 2070... ci sono 13°. Mangiamo un panino al volo davanti al rifugio, ci mettiamo la roba asciutta e ripartiamo. Ora tocca alla parte piu' interessante del giro. Comincia un singletrack con panorama sulla valle. Splendido e praticamente tutto pedalabile. Emiliano decide di testare il terreno volando a terra e io mi gioco un Jolly subito. Poi tutto rientra nella norma. Finito il singletrack parte un tratto velocissimo nel bosco senza particolari passaggi tecnici. Oltrepassiamo Malga Campo e scendiamo ancora. Nel bel mezzo di un pratone, mentre scatto qualche foto, sento il rumore inconfondible seguito dal sibilo dell'esplosione di un tubless... E' Emiliano che ha deciso di forare. Sosta obbligata per mettere la camera d'aria e via... si riparte nel bosco. Gingiamo a Festa... Qualche breve tratto sterrato e poi, purtroppo, siamo costretti a perdere 400 metri circa di dislivello su strade cementate e carraie... fino alla macchina. Peccato. Speravamo in un 2000 metri di discesa su sentiero... ma va bene lo stesso. Il giro in fondo e' stato allenante. Panino, birretta e gelato per concludere in bellezza la giornata. Un grazie ad Emiliano per la compagnia e a Paolo Pizzini per la traccia.  Il gps ha registrato 43 km e 1980 mt di dislivello. Molto bene. QUI LE FOTO.

sabato 14 giugno 2014

Ca del Vento Totale

Le previsioni oggi danno allerta meteo in tutta l'Emilia Romagna. Mi alzo con calma, colazione, un'occhiata fuori... splende il sole. Me la prendo con calma e parto. Direzione Scandiano. Nel frattempo mi telefona Emiliano... Viene anche lui. Mentre attendo l'arrivo del mio compagno di merende mi faccio una bella colazione al bar. Alle 11,50 siamo in sella. Ho editato una traccia a Ca del Vento. I migliori sentieri della zona tutti da fare in un'unica soluzione. Primo tratto ormai straconosciuto. Passaggio dall'Osservatorio e salita dalla carraia che va verso Giareto. In prossimita' di Casa Speranza ci spariamo il Toboga (con salto all'ingresso del bosco) e poi risaliamo dalla Scaparra. Fa caldo ma comunque si e' un po rinfrescata l'aria. Meno male altrimenti a quest'ora ci sarebbe da andare in ebolizzione. Entriamo nel primo tratto dell'Anello di Ca del Vento, Su dal campo e poi via verso il gruppo di case denominato Santa Margherita. I colori oggi sono stupendi. Cielo azzurrissimo, campi gialli e verdi, fiori gialli ovunque. Ogni tanto sbuca fuori qualche capriolo. Giunti in cima comincia il tratto piu' bello di tutto il giro. Un calanco in discesa stile Tiravento che scende verso valle. Veramente spettacolare. Ne avevo sempre sentito parlare ma non lo avevo mai fatto. Si ricomincia a salire, verso Tabiano. Troviamo un signore che ci fa prendere l'acqua dal suo cortile. Meno male. Fa caldo e la salita che ci aspetta e' abbastanza lunga. Meglio riempire i Camelback. In 4 Km saliamo di 300 metri di dislivello, riportandoci attraverso una sterrata e poi un bel singletrack a Case Figno. Conquistiamo la collina piu' alta e poi giu' verso Casa Speranza e da qui infiliamo la discesa "delle Arnie", un bel singletrack veloce che porta giu' al Rio Lodola. Strappa cementato in salita e poi via.. l'ultima fatica della giornata. Salita verso Cavallaro di Sotto e poi verso Cavallaro di Sopra. Qui io mi faccio circa 150 metri lineari a piedi. Emiliano se li pedala tutti. Torniamo nell'anello di Ca del Vento, stavolta dall'altra parte. Saliamo fino a La Vedetta e poi giu' verso Rondinara, passando attraverso i cancelli dei cavalli (richiudendoli ovviamente). Non ancora contenti rientriamo seguendo il Tresinaro fino a Scandiano. Ovviamente a fine giro ci spariamo il meritatissimo gelato. Il gps ha tracciato 43 km e 1360 metri di dislivello. Direi che se si vuole stare nella zona di ca del vento questo e' il giro piu' completo che si puo' trovare. QUI LE FOTO

sabato 7 giugno 2014

Valvestino 4 anni dopo

Oggi, dopo ben 4 anni, si torna in Valvestino. Ricordo il giro come un giro duro, con tanto dislivello e con una salita infinita. Mi ricordo bene. Presenti oggi io, Gerry, Emiliano e Filippo. Quest'ultimo pero' lascera' l'allegra brigata in localita' Denai molto probabilmente per una crisi di fame. Torniamo a noi. Tanta la strada per arrivare a Molino Bollone. Parcheggiamo al ristorantino sperduto nella valle e si parte. La giornata e' molto calda e c'e' foschia. Saliamo su asfalto fino a Bollone e da qui cominciamo subito fuoristrada con un bellissimo quanto velocissimo singletrack a mezzacosta con qualche mangia e bevi per poi finire giu' nel Torrente Valle di Bode con il suo antico mulino in restauro. Si ricomincia a salire verso Vico, bel paesino pieno di affreschi sui muri delle case. Foto di rito e via... su strada asfaltata con zero traffico proseguiamo il nostro tour. Ci aspettano altri 25 km di salita, interrotti un paio di volte da brevi discese du strade forestali. Passiamo i Fienili di Rest e la localita' Denai dove Filippo ci abbandona. Le rampe cementate (che mi ricordavo benissimo) lasciano spazio alla terra...Il panorama intorno a noi e' spettacolare. Come gia' detto anni fa, la salita e' un misto tra quella che va al Passo Nota e quella che sale al Tremalzo. La vecchia strada militare ci porta cosi' a Bocca di Caplone. Qui le grotte scavate nella roccia ci ricordano che si e' combattuto pesantemente durante la guerra. Siamo in quota. Qualche lingua di neve e' rimasta nelle zone d'ombra ed ecco, davanti a noi, spuntar fuori Malga Tombea. Decidiamo per salire sulla cima visto la giornata. Lasciamo le bici giu' e saliamo a piedi. Circa 80 metri di dislivello ed eccoci alla costruzione con le barrette indicanti le montagne. Peccato per la foschia. Si vede l'ombra del Pizzocolo, la Catena del Baldo, non si vede il Lago di Garda. Anche qui foto di rito e poi giu'. Inizia la discesa verso il Rigugio Cima Rest. Primo tratto un vai dove ti porta il cuore lungo il prato poi ecco il sentiero. Tratti tecnici alternati a tratti velocissimi. E sotto di noi ecco il Rifugio. Cominciamo ad essere stanchini... ci siamo sciroppati gia' 2000 metri di dislivello. Meglio fare "benzina". Il piatto freddo costituito da salumi e formaggi locali e' la ciliegina sulla torta. Una birretta fresca va giu' che e' un piacere. E' ora di ripartire. Nel frattempo Filippo ci avverte che e' arrivato alla macchina. Per me inizia il tratto nuovo del giro. 4 anni fa, seguendo una traccia di Anatas, avevamo tribolato non poco per arrivare a valle, con un continuo saliscendi spaccagambe fino praticamente sopra il parcheggio. Oggi invece scendiamo dalla Valle del Droanello. Il sentiero e' subito bello largo per poi stringersi e guadare il fiume almeno 5 o 6 volte. Ovviamente a piedi per non rischiare il bagno. Ripartiamo nuovamente su sentiero pedalabile e ci aspettano anche 3 strappetti, fortunatamente non lunghissimi e comunque pedalabili al 98% (Emiliano veramente se li pedala tutti.... che dire.. chapeau).Come tutte le cose belle... peccato che durano poco. Eccoci su una strada forestale in leggera discesa che ci porta fino all'asfalto. Gli ultimi 500 metri costeggiando il Lago di Valvestino ci riportano al parcheggio. Percorsi 51 km con 2100 metri di dislivello. Gran giro. Ripensando a 4 anni fa forse e' meglio scendere dall'altra parte. Si tribola un bel po ma si evita la forestale finale che comunque ci sta. QUI LE FOTO