domenica 5 settembre 2010

Giro delle Pale di San Martino


Parto con Simo venerdi' pomeriggio... destinazione San Martino di Castrozza. Dopo un lungo viaggio arriviamo a destinazione. Ci settiamo nel Garni Villa Elena dove la signora Elena, la proprietaria, si dimostra subito cordiale e gentile. Sembra la nostra mamma. La camera e' pulita e bella grande. La vista sulle Pale di San Martino e' spettacolare. Usciamo, cena in ristorante dove prendiamo il piatto tipico... Polenta, Finferli, Salsiccia e Tosela. Accompagnamo il tutto da una bella Weiss. Per finire yogurt con mirtilli freschi. Nella notte vengo colpito da un virus intestinale... Incrocio le dita e spero che il giorno dopo migliori. Sabato mattina ci svegliamo presto. Colazione ottima e poi si parte. Prendiamo la cabinovia Colverde e poi la Funivia Rosetta che ci porta a 2700 (spesa totale 14 euro). La temperatura e' ottima e gli escursionisti ci fanno domande sul giro che andremo a fare. La vista da qui in cima e' qualcosa che sara' difficile dimenticare... sassi bianchi, le Pale, la strada militare che si snoda nell'altipiano... uno spettacolo. Si parte. Dopo pochi metri mi accorgo che il mio reggisella telescopico fa vuoto e si abbassa ogni tanto costringendomi da qui e per tutto il giro a tirarlo su ripetutamente.... Dopo appena 4 km sento Simone che comincia a urlare.... si e' rotto il braccetto della sospensione... e' disperato... vuole tornare indietro... fortunatamente ha con lui 3 fascette... lo guardo.. gli dico tranquillo... siamo qui... e il giro lo finiamo! Ripariamo al volo il braccetto, gli dico di chiudere la sospensione visto che da chiusa non va a forzare sul punto rotto e ripartiamo! Un bel mangia e bevi sulla strada militare ci fa guadagnare e perdere dislivello. Qualche tratto a piedi e poi si riparte. La strada divenda ad un certo punto piu' stretta con panorama verso la Val Di Gares... uno spettacolo. Lasciato il tratto con i sassi comincia uno spettacolare quanto divertende sentiero in terra battuta che, con una serie di tornanti, ci porta a Malga Campigat. Da qui comincia il tratto tecnico. Una serie interminabili di gradini di legno misti a tratti con roccia ci fanno mettere il piede a terra (e non solo... voliamo tutti e due in mezzo all'erba). Nel finale anche un bel tratto tecnicissimo con radici fortunatemente asciutte e percorribile nella sua quasi totalita' in sella! Una goduria! Perdiamo un po di dislivello in asfalto fino ad arrivare a Canale d'Agordo dove abbiamo il piacere di vedere la casa natale di Papa Luciani! Da qui parte una ciclabile con una serie di mangia e bevi che si fanno sentire sulle gambe passando di fianco a Falcade e arrivando cosi' a Molino. L'impianto che dovrebbe portarci alle Buse fa la pausa pranzo... decidiamo di mangiare qui a valle. Mentre siamo al bar si presenta il signore che abita sopra e che ha sentito che chiedevamo informazioni per alcune fascette.... dopo pochi minuti ci porta fascette, nastro isolante, tenaglie e un bullone! Ripariamo il braccetto rotto alla perfezione e ringraziamo il nostro salvatore! Saliamo sulla seggiovia dove, con nostra grande sorpresa, ci viene caricata la bike in braccio (spesa totale 5 euro a testa)! Arriviamo in cima e ci dirigiamo verso il Passo Valles seguendo prima il sentiero fuoristrada poi la strada asfaltata con zero traffico. Scendiamo su asfalto fino a Pian dei Casoni ed entriamo in Val Venegia. I miei ricordi tornano all'Engadina. La strada sale dolcemente passando di fianco a Malga Venegia e Malga Venegiotta. Le Pale davanti a noi sono maestose. Sembra una cartolina! Si sale sempre di piu' fino a scollinare a quota 2170.... Siamo a Baita Segantini. Da quando avevo visto le foto di questo luogo avevo sempre sognato di andarci... essere qui ci riempie di gioia... Simo lancia un urlo liberatorio... nei suoi occhi vedo la felicita' di chi ce l'ha fatta! Ci fermiamo a rifocillarci visto che c'e' una nuvola sopra di noi che fa cadere due gocce di pioggia... un panino speck e formaggio e una weiss e' quello che ci vuole (anche se sinceramente il panino non e' un granche'). L'aria e' cambiata.... ci vestiamo e ripartiamo. Abbiamo visto sulla cartina una variante che dovrebbe portarci al Lago Colbricon... proviamo a farla. Arriviamo all'imbocco del sentiero e un bel cartello di divieto alle bike si trova davanti a noi.... proviamo ad andare lo stesso. Vengo affiancato da un quad.... non se so una guardia forestale... o comunque uno del posto... mi redarguisce sul fatto che sono su un sentiero vietato (lui e' su un quad, senza casco e trasporta taniche di plastica piene di benzina.....). Provo a dirgli che ci siamo persi, che dobbiamo andare a San Martino e questa ci sembra l'unica via.... gli chiedo "mi sta dicendo che devo tornare indietro?"... e alla sua risposta "veda lei.... e' su un sentiero vietato"... decidiamo di girare le mtb e seguire la traccia originale. Risaliamo cosi' al Passo Rolle e da qui facciamo un paio di km in asfalto. Seguiamo quindi la traccia che si butta in un sentiero in mezzo ai prati evitando cosi' l'asfalto finale. A meno di 2 km dall'arrivo pero' la bike di Simo non ce la fa piu'... si rompe il pezzo buono del supporto e quindi siamo a piedi. Altro intervento al volo con la corda dello zaino di Fabione e almeno la ruota gira. Scendo velocemente a prendere la macchina e recupero Simo che, visto la poca distanza dall'arrivo, e' quasi arrivato! Una bella doccia e poi andiamo allo Stube dove ci spariamo una bruschetta con crema di funghi e prosciutto e a seguire un tagliere di salumi e formaggi. Il tutto seguito da due birre a testa! A tavola si susseguono i racconti dell'avventura che abbiamo appena passato. I problemi risolti, i panorami visti, le emozioni provate! Domenica mattina dopo una lauta colazione siamo saliti a piedi a Malga Ces, posto incantevole. Scendiamo giu' per il bosco e c'e' il tempo di bere un'aperitivo in centro a San Martino di Castrozza prima di partire. Durante il viaggio di ritorno ci fermiamo a Molina di Fiemme a mangiare. Anche qui tutto perfetto! Un grazie a Simone che si e' rivelato un grande compagno di avventura, che malgrado la rottura non si e' perso d'animo e ha reso la giornata ancora piu' speciale. Per dovere di cronaca abbiamo percorso 58 km e il dislivello in salita "pedalato" e' stato di circa 1400 metri. Giro che sicuramente rifaro' perche' e' veramente stupendo. QUI LE FOTO

Nessun commento: