giovedì 21 luglio 2016
Trekking Civago
Trekking in solitaria in quel di Civago. Parto da Case di Civago e salgo verso il Rifugio San Leonardo. Un po di tristezza passare dal rifugio e vedere che non e' stato preso in gestione da nessuno... Salgo verso il 691 verso il Passo delle Forbici. Il sentiero e' in stato pessimo... tantissimi rami a terra. Una volta lo facevamo sempre scendendo dal passo in mtb. Ora non e' consigliabile. Continuo la mia ascesa prendendo lo 00. Bei panorami verso le Apuane. A Bocca di Massa vedo un gregge di pecore... tento di salire sul crinale per proseguire sull'Airone 3 ma ecco la sorpresa... Arrivano 2 cani maremmani che, sbarrandomi la strada abbaiando non troppo amichevolmente, mi costringono a fare un passo indietro. Li tengo lontani agitando le bacchette da trekking ma comunque stanno a distanza. Il loro monito e' "stai lontano dalle pecore"... Torno indietro qualche metro fino al bivio e prendo il sentiero 633. Nonostante non sia sul crinale il sentiero e' comunque bello e piacevole. Arrivo cosi' al Passo Lama Lite e da qui faccio un salto al Lago Bargetana. Foto di rito e pranzo al Rifugio Bargetana.., sempre ottimo! Ogni volta che vengo qui mi sembra di essere a casa. Riparto e ripasso nuovamente al lago... la tentazione di fare il bagno e' tanta ma non ho da asciugarmi... quindi evito. Comincio la mia discesa seguendo il 605. PAsso al Rifugio Segherie e poi giu' fino alla macchina. Una bella giornata di relax. girare 5 ore in solitudine su sentieri poco battuti ti fa staccare la spina totalmente. A fine giro il gps segna 21 Km x 1230 mt di dislivello, W ME! QUI LE FOTO
martedì 19 luglio 2016
Pasubio
Oggi decidiamo di andare sul Pasubio. Per Luca la prima volta. Scegliamo il giro classico, quello che mi ha insegnato Paolo "Scratera". Parcheggiamo ad Anghenbeni e cominciamo a salire su asfalto. Fa caldo, un caldo umido. Dopo circa 11 km giungiamo a Pian delle Fugazze. Qui comincia la Strada defli Eroi, strada sterrata che si snoda dentro la Val Fieno, che con pendenze costanti e mai proibitive ci porta alla Galleria d'Havet. Al di la della medesima ecco le nuvole basse. Peccato perche' qui il panorama e' molto bello. Si vedrebbe la strada che si inerpica scavata nelle gallerie e piu' su si vedrebbe il Rifugio Papa. Poco male. Saliamo comunque godendoci il sentiero ed arriviamo cosi' al rifugio. Decidiamo per una sosta cibo nella speranza che il cielo si apra. Io mi sparo un panino e due Coca Cola, il Brigo decide per polenta con funghi e formaggio! Quando usciamo, giriamo verso l'Arco Romano ed ecco il miracolo... le nuvole basse cominciano a lasciare il posto a sprazzi di cielo azzurro. Scattiamo foto a raffica. Oltrepassiamo la Chiesetta di Santa Maria del Pasubio e proseguiamo lungo il sentiero 120, in un ambiente quasi lunare, con trincee e resti della guerra ovunque. Dopo le 7 crocette che ricordano caduti per questioni di terreni e pastori, deviamo a sinistra verso l'E5. Piccolo tratto a piedi e comincia il singletrack in quota. Il cielo ormai si e' aperto. Da qui a Bocchetta di foxi sono circa 4 km di singletrack stretto e in alcuni punti anche abbastanza esposto. Vietato sbagliare. Evitiamo il passaggio al Rifugio Lancia e andiamo diretti verso la discesa. Si parte subito con una serie di tornanti su fondo smosso, stretti e alcuni esposti. I piu' pericolosi decidiamo di farli a piedi. Inutile rischiare. Man mano che si scende i tornandi diventano sempre piu' fattibili e il fondo smosso lascia spazio al terreno. Uno spettacolo. Discesa veloce con tornanti spondati. Il tutto in perfette condizioni. Mai trovato questa discesa in condiizoni cosi' perfette. Faccio passare davanti il Brigo che ne ha di piu' e cosi' scendiamo verso valle. Ultimo tratto della discesa molto veloce ci porta a Foxi, a un chilometro dalla macchina. Ovviamente terzo tempo al bar di Anghenbeni per la meritata birra. Giro sempre bello, sia per i panorami che per il percorso, mai troppo difficile sia in salita che in discesa. A fine giro il gps segna 39 km 1540 mt D+. QUI LE FOTO . W NO!
sabato 16 luglio 2016
Sella Ronda Enduro
Spettacolare giornata sulle Dolomiti. Guardando le foto di Luigi Lodi, mi sale la carogna. La voglia di salire in quota e' tanta... comincio a inviare messaggi ai compagni di merende. Dopo un po di titubanza, riusciamo ad essere in 6. Nella notte di giovedi' addirittura nevica! Sicuramente fara' freschino. Partiamo venerdi' sera in modo da essere gia' pronti al mattino presto. Dopo una buona cena e un paio di brindisi per festeggiare il compleanno di Henry, andiamo tutti a letto. Sveglia alle 7. Il sole splende. Assenza di nuvole. Ci prepariamo e si parte. Siamo a Santa Cristina Val Gardena. Temperatura alla partenza.. 15°. Ci immettiamo sulla ciclabile e andiamo verso Selva di Valgardena. Qui facciamo il pass giornaliero, finalmente possibile anche senza le guide. Costo 44 euro ma calcolando l'organizzazione e il numero degli impianti che si possono prendere direi sia un prezzo equo. Saliamo sulla cabinovia del Danterciepes che ci porta quasi a quota 2270. DA qui scendiamo su sentiero fino al Passo Gardena. Il mio reggisella telescopico ha un problema. Praticamente non rimane giu'. Riesco comunque ad arrivare al passo. QUi Casarini chiede del WD40 ai proprietari di un Land Rover... Fortunatamente ne hanno. Smontiamo il telescopico, oliamo il tutto e si riparte. Sosta brevissima e problema risolto! La discesa continua su un sentiero con sassi smossi e vari tornanti. poco prima di imboccarla troviamo una guida che ci dice che il sentiero e' vietato... non ci sono cartelli... io e Kevin andiamo. Il resto del gruppo segue un sentiero parallelo, molto piu' flow. Ci ricompattiamo in fondo. Proseguiamo fino a Corvara. Qui prendiamo due impianti consecutivi. Pedaliamo su forestale con alcuni saliscendi. Il panorama a 360° e' fotonico... Arriviamo al Pralongia' dove facciamo alcune foto bucoliche. Si riprende a scendere. Arriviamo praticamente al Passo Campolongo e da qui prendiamo l'impianto per il Bec de Roces. La discesa successiva e' un bel bikepark flow per finire poi su tratto in carraia che ci porta ad Arabba. Saliamo sulla funivia di Porta Vescovo. Inutile dire che la Marmolada sembra quasi di toccarla con un dito. Prime curve su carraia poi singletrack tra prati che ci porta fino alla seggiovia del Pordoi. Saliamo fino al Passo e decidiamo di buttaci giu' dal Bike Park che passa sotto l'impianto. Divertente, molto flow con qualche passerella e tratti con sponde. Riprendiamo nuovamente l'impianto fino al passo... Ora la sosta cibo ci sta tutta. Tagliere di affettato e weiss media. Si riparte di nuovo. Appena dopo il passo entriamo in un'altro bikepark. Anche qui passerelle, tratti flow, canale strette, un bel mix. A meta' discesa arriviamo alla funivia... la tentazione e' alta ed e' presto. Saliamo a Col dei Rossi. Arriviamo quasi a 2400... il panorama sulla Marmolada e il Lago Fedaia e' spettacolare... Che dire... abbiamo fatto bene! Ci immettiamo nel DoubleU Trail, altro bikepark pieno di curve e controcurve spondate, tutto molto veloce, per poi riprendere in basso la fine della discesa fatta in precedenza. Arriviamo cosi' all'imbocco dell'ElectricLine. Discesa tabellata come Nera. La discesa e' bella tecnica, radici, sassi, passerelle sospese... un bel mix adrenalinico. Arriviamo cosi' a Canazei e da qui andiamo a Campitello di Fassa. Ultimo impianto... il Col Rodella. Pedaliamo dentro la Citta' dei Sassi fino ad arrivare al Rifugio Comici. Il Sasso Lungo mostra la sua maestosita' di fianco a noi. Vedo anche il sentiero fatto lo scorso anno con Fabio... visto da qui e' ancora piu' spettacolare. Ora non ci resta che fare l'ultima discesa. Un po segue la pista Sasslong e un po va nel bosco su singletrack. Per finire con un tratto mosso fino al Castello di Fischburg. Siamo arrivati. Dopo una giornata trascorsa sulle dolomiti, in ottima compagnia e pedalando in uno dei luoghi piu' belli del mondo. Le Dolomiti. A fine giro il GPS segna 70 KM X 5100 +. Il dislivello positivo pedalato e' di circa 700 metri ma comunque non e' una passeggiata di piacere. Ci si stanca anche in discesa e bisogna sempre essere vigili. Come sempre... W NOI! QUI LE FOTO
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lunedì 11 luglio 2016
Febbio Freeride
Bella giornata di Freeride sul nostro Appennino. Partiamo da Civago in ritardo di mezzora sulla tabella di marcia. Saliamo lungo la forestale fino aad incrociare il sentiero che piega verso Febbio. Da qui, dopo alcuni mangia e bevi e un finale Rock arriviamo agli impianti. Contrattiamo per le due risalite fino ad arrivare a 20 euro a testa (certo e' che se vogliono che la gente venga su, cosi' di sicuro non incentivano). Saliamo a Febbio 2000 e cominciamo il tratto di porting intervallato da qualche tratto pedalabile. Riesco anche a cadere da fermo. Cominciamo bene! Io e il Brigo decidiamo di conquistare la vetta del Cusna mentre gli altri ci aspettano poco piu' giu. Foto di rito e si riparte. Il 625 rimane per me il piu' bel sentiero in zona. Il passaggio ai Prati di Sara e poi via. Tecnico, veloce, massacrante e soprattutto naturale. Arriviamo cosi' a Casalino dove ci fermiamo per un veloce ristoro. Caiti Senior decide per fare il taglio mortale offroad verso la salita del Passo Cisa. Ovviamente lo seguiamo tutti. Limortacci... Attacchiamo la salita verso il passo con una temperatura bella alta... per fortuna che poco dopo la meta', entrati nel bosco, c'e' un ruscello dove ci rinfreschiamo un attimo. Arriviamo al Passo cisa e risaliamo per circa un km per prendere il 609 che poi si immette nel 619. Piu' flow del 625 ma divertente anche lui. Ritorniamo a Febbio e prendiamo di nuovo l'impianto. Stavolta tocca al crinale verso il Passone. Praticamente tutto pedalabile. Foto a gogo sul crinale e poi giu' verso il Passo Lama Lite (cado di nuovo). Da qui prendiamo il 631 fino alla sbarra. Visto che si e' fatto tardi decidiamo per la via piu' veloce... ahime' la forestale... Pero' va bene cosi'. Per oggi ci siamo divertiti abbastanza. Un bel giro da 50 Km X 1600 D+ pedalati e 3200 D-. Compagnia top come sempre. QUI LE FOTO
domenica 3 luglio 2016
Tremalzo dalla Val Lorina
Bel giro oggi in Val Di Ledro. Mi accompagna Stefano Righettini, che oltretutto ha studiato il giro. Nonostante il meteo non sembri dei migliori decidiamo comunque di partire. Seguiamo la ciclabile e appena passato il Biotopo di Ampola siamo costretti a fermarci perche' comincia a piovere. Per fortuna c'e' un bar e ci mettiamo sotto la tettoia. In 5 minuti passa tutto e ripartiamo. Saliamo lunga la Val Lorina, seguendo una strada prima cementata e poi asfaltata. L'umidita' e' ai livelli della giungla cambogiana. La strada non molla mai. In 14 km saliamo 1200 metri fino a Bocca di Caplone. Qui ci sono gia' passato con il giro della Valvestino. Proseguiamo su strada sterrata in quota fino a Malga Tombea. Da qui comincia lo splendido 444, per me inedito. Con tratti stretti e d esposti, alternati a passaggi dentro gallerie ci porta a Bocca di Campei.. Scendiamo poi fino a Bocca Lorina, bella discesa su sentiero immersi nel nulla. Incrociamo la strada forestale che sale dalla Valle di San Michele e ci dirigiamo verso il Tremalzo. Sempre meravigliosa la Cascata del Pisu. Risaliamo per 400 metri di dislivello fino a Malga Ciapa dove ci fermiamo a pranzo. Ottimi i tortelli e la radler ghiacciata. Ripartiamo di nuovo in salita fino al Passo Tremalzo. Il piu' e' fatto. Scendiamo su asfalto e poi prendiamo il percorso della Rampiledro, quindi Bocca di Caset e poi il divertente single rtack su radici fortunatamente asciutte. Da Cima Vai ultimo tratto su singletrack per poi arrivare ala forestale. Riprendiamo la ciclabile in direzione di Pieve di Ledro. Sosta obbligata al birrificioartigianale Leder dove ci spariamo una bella birra fresca. Per concludere in bellezza la giornata non ci facciamo mancare un bel bagno al lago. Per finire cena a Pieve di Ledro gustando piatti locali. Splendida giornata dove non e' mancato nulla. Un grazie a Stefano per avermi fatto da guida e per avermi sopportato lungo tutto il giro. Il meteo ci ha incredibilmente graziato. 58 KM X 2050 mt di dislivello. W NOI! QUI LE MIE FOTO
venerdì 1 luglio 2016
Tuscanytrail 2016
Tutto e’ cominciato il 6 gennaio.
Sono a casa davanti al pc incuriosito dal messaggio che mi
appare su Facebook “cose che potrebbero interessarti”. E’ il Tuscany Trail.
Comincio a leggere e a documentarmi… 570
km x 11000 metri di dislivello… Una bella sfida. Pochi minuti dopo mi arriva un
messaggio sul cellulare. E’ Marco, mio cognato. Senza sapere cosa stessi
guardando mi chiede :” Facciamo il Tuscany?”. Dopo meno di due ore siamo
iscritti. Inizia cosi’ la nostra avventura. Abbiamo 5 mesi per allenarci e
tentare di portare a termine questa manifestazione. Si tratta di bikepacking,
un giro senza assistenza esterna, in autosufficienza, dove tutto e’ da
programmare.
Comincio ad allenarmi con frequenza costante, almeno 3 uscite
settimanali. Prima con calma (e’ gennaio non voglio strafare), poi via via
aumentando sempre di piu’. Il meteo clemente aiuta molto, anche se devo dire
che ho combattuto con il vento contro quasi sempre. A marzo decido di testare
la gamba partecipando al Volterra Trail, altro evento in autosufficienza. 200
km X 5300 metri di dislivello. Il primo giorno soffro, crampi e crisi di fame,
riesco comunque ad arrivare all’agriturismo dove pernottiamo. Il secondo giorno
decido comunque di partire. Prima di Cascine Val D’Elsa lascio i miei compagni
e taglio 10 km del giro dirigendomi diretto verso Volterra. Comunque arrivo al
traguardo. Sale la preoccupazione. E’ vero che qui e’ piu’ duro ma al Tuscany
saranno 6 giorni invece che due… Non sara’ una passeggiata. Mi rimbocco le
maniche e riprendo gli allenamenti sempre piu’ intensi. Qualche ora di permesso
durante la settimana fa si che comincio a portere i giri sui 60 km in pausa
pranzo e dagli 80 ai 100 al sabato. Tutti rigorosamente fatti con la mia
Transition Bandit da 140 di escursione. Gonfio l’ammo posteriore a 250 e le
gomme a 3 atmosfere. Alla fine poi si comporta bene. Vado sempre meglio, non ho
dolori fisici e tengo aggiornato il mio compagno che a sua volta si sta allenando
come me. I mesi trascorrono veloci, troviamo anche il tempo per fare un giro
insieme un sabato pomeriggio sulle colline di casa mia. Compro online il kit di
borse Apidura e il giorno prima di partire mi costruisco due distanziali da
manubrio visto che i fili del cambio sono troppo tirati. Ci siamo. E’ il primo
giugno! Si parte.
Arriviamo a Massa nel tardo pomeriggio. Piove… cominciamo
bene. Ritiriamo i numeri e i gadget presso la palestra nel Parco della Comasca.
Materassini a terra e bikers gia’ accampati. Noi pernottiamo in B&B. Pulito e spazioso. Nel frattempo
smette di piovere e andiamo a cena. Pesce, Falanghina e caffe’ e poi a letto.
Sveglia all’alba per fare colazione, parcheggiamo la macchina e prepariamo le
mtb. PIOVE! Un problema al freno posteriore della bici di Marco ci fa tardare
un po. Siamo a 4 km dalla partenza. Arriviamo in piazza degli Aranci che il
gruppone e’ gia’ partito… Tempo per un selfie e si comincia a pedalare. Tentiamo anche di toglierci il Kway ma dura
poco… inizia il diluvio! Recuperiamo qualche biker pedalando praticamente
dentro fiumi di acqua… e quando cominciano a saltare i tombini non e’ piu’
acqua… l’odore non e’ dei migliori! Cominciano le salite dure, quelle che
portano verso il Monte Prana. Si scende a piedi in salita e in alcuni punti
anche in discesa. Gli sguardi con gli altri bikers durante il porting sono
eloquenti. Sembra una transumanza. Qualche temerario cerca di pedalare in
salita. La pioggia non ci da tregua. Ma ormai ci abbiamo fatto il callo. In alcuni
punti ci troviamo praticamente dentro
sentieri diventati fiumi. Sosta a Fabbriche di Vallico per un panino e poi si
riparte. Arriviamo a Bagni di Lucca nel primo pomeriggio. Inutile proseguire.
Da Casabasciana in poi c’e’ il nulla… e abbiamo gia’ fatto 1700 metri di
dislivello (che sono quelli che abbiamo preventivato di fare ogni giorno).
Meglio riposare e sperare che passi la pioggia. Troviamo un albergo e ci
facciamo una bella doccia calda. Smette di piovere quindi usciamo per farci un
aperitivo. Nel frattempo continuiamo a vedere bikers che passano e altri che
decidono di fermarsi. Una bella cena per recuperare le forze e poi via, a
dormire. (80 KM X 1700 D+) . Venerdi’ ci svegliamo e piove ancora… Che dire…
bisogna partire. La salita verso Casabasciana e’ pedalabile. Incontriamo altri
bikers che salgono. Comincia la parte nel bosco. Pedaliamo nel nulla per
svariati km, sempre accompagnati dalla pioggia. Marco si infila una sportina
sul casco… Sembra il Grande Puffo… Mi scappa troppo da ridere. Ad un certo
punto, quando la fame comincia a farsi sentire e con una temperatura di 9°,
appare la merenderia Macchia Antonini…. Un miraggio? Sembrerebbe di no!
Entriamo e troviamo il camino acceso… Una manna dal cielo. Altri bikers sono
all’interno alla ricerca di cibo e caldo. Ordino un piatto di spaghetti alla
carbonara che divoro in pochi minuti! Ci voleva! Dopo esserci riscaldati un po
ripartiamo, fortunatamente subito in salita. Primo guaio meccanico… Un pedale
si sboccola e sono costretto a pedalare per 20 km tenendo il piede destro
spinto verso il movimento centrale altrimenti mi rimane il pedale attaccato
alla scarpa e l’asse del pedale attaccato alla pedivella… Anche in discesa e’
un problema ma basta rallentare un po. Il primo paese che incontriamo e’ Montemurlo…
una signora ci da indicazioni e troviamo un bel negozio di bici. Compro un paio
di pedali nuovi (nel frattempo si e’ sboccolato anche il sinistro) e
ripartiamo. Marco prende in farmacia degli antidolorifici perche’ ha i tendini
che gli fanno male. Tra Prato e Campi Bisenzio ci fermiamo per la notte. Il
titolare dell’hotel, che e’ un po fuori mano, ci apparecchia un tavolo e ci da
la possibilita’ di far arrivare pizza e birra da asporto. Voto 11 alla
cordialita’ e all’ospitalita’! 2 pizze e due focacce ovviamente accompagnate da
birra. Che goduria! ( 92,5 KM X 1760 D+) . Sabato… si parte. Non piove!
L’arrivo a Firenze sulla ciclabile dell’Arno e’ stupendo. Il Ponte Vecchio come
sfondo, persone che corrono nel parco… Si comincia a respirare un’altra aria.
Bellissimo il passaggio a Piazzale Michelangelo, punto panoramico con vista su
tutta Firenze, e a seguire strade secondarie dove splendide ville la fanno da
padrone. Uscendo da Firenze ecco che comincia la vera Toscana. Greve in Chianti, San Donato, e Barberino Val
D’Elsa, dove ci fermiamo in un bar ammirando una gara tra cinquantini, il Mosquito’s Way Grand Tour 2016 ideato niente
popo di meno che da Piero Pelu’! Ripartiamo e maciniamo strada, recuperando i
20 km persi il giorno prima e arrivando cosi’ a San Giminiano. Troviamo una
mansarda molto carina dove dormire a un ottimo prezzo. Il gestore dell’hotel ci
da anche la possibilita’ di lavare le mtb. Nel frattempo Marco stringe i denti
con i tendini e si fa fare dal cuoco un sacchetto sottovuoto di ghiaccio!
Ceniamo divinamente anche qui e poi tutti a dormire! Ci sta andando tutto
troppo bene! E non piove! (98,5 KM X 2190 D+). Domenica. Dopo un’abbondante
colazione partiamo. Percorriamo tratti della via Francigena. Dopo pochi km buco la gomma posteriore.
Riparo in pochi minuti e riparto. Passano si e no 15 minuti e sento uno
scoppio. Seconda foratura. Decido di proseguire a piedi fino a Quartaia che non
dista molto. Li mi fermo e tiro le somme. Ho il copertone posteriore tagliato
sul fianco, dove batte sul cerchio. Sembra irreparabile. Lo sconforto prende il
sopravvento, la paura di dover abbandonare e' tanta. Mi viene da piangere! Poi
finalmente Marco mi fa ragionare. Decido di passare il copertone posteriore
sull’anteriore, inserisco tra il copertone e il cerchio un pezzo di camera
d’aria e un pezzo della tabella del Tuscany. Lego tutto con 3 fascette in modo
che la camera d’aria stia dentro, gonfio a 1,3 atmosfere e parto. Riesco ad
arrivare a Monteriggioni! Dopo un panino si ragiona meglio. Marco, parlando con
un signore, viene a scoprire che a meno di 6 km c’e’ un Decathlon. Controllo su
internet se e’ aperto e cosi’ sembra. L’alternativa sarebbe arrivare a Siena e
aspettare il giorno seguente per ripartire. Sono titubante ma Marco mi convince
per il Decathlon. La saggezza dei piu’ anziani va ascoltata! Compro due
copertoni, due camere di scorta e qualche barretta. Lascio in ostaggio il
portafoglio al ragazzo all’interno e mi faccio prestare pompa e chiave per
controllare il pacco pignoni. Tra andare, sistemare il tutto e tornare perdiamo
meno di un'ora. Siamo nuovamente attivi! Gasati per aver risolto anche questo
problema torniamo a Monteriggioni per riprendere la traccia. Voliamo verso
Siena dove facciamo una sosta da Venchi per un gelato. Ottimo. Ripartiamo
solcando i sentieri dell’Eroica e arriviamo cosi’ a Radi… Il Pozzo…
Affittacamere con annesso ristorante… Ci fermiamo. Arriva un ragazzo ungherese
che ha rotto la sua sella in carbonio… Chiede aiuto ai gestori. In pochi minuti
gli trovano fuori una sella da mountainbike… Fantastico. L’oste Stefano e’ una sagoma. Passiamo una
bellissima serata gustandoci il tramonto mentre ceniamo, ovviamente bevendo
vino toscano. Posto incantevole. Da tornarci.(82,5 KM X 1250 D+) Lunedi’. Cominciamo a pedalare su splendide
carraie tra vigneti, colline e un cielo azzurro che fa da contrasto. Questa e’
la Toscana. Passiamo Buonconvento e San Quirico d’Orcia (con il suo splendido
Ponte delle Mille Miglia.) Sosta panino e si riparte nuovamente. Passiamo Bagno
A Vignoni e via verso Radicofani. Mentre
saliamo, dall'Amiata arriva un temporale. Troviamo riparo dentro un garage
insieme ad un ragazzo greco anche lui colto dal maltempo. Vento e grandine come
se non ci fosse un domani. Per fortuna dura poco! Ripartiamo sntendo i tuoni in
lontananza. L’arrivo a Sorano e’ qualcosa che fatico a raccontare. Consiglio a
tutti di venire da queste parti, dove i paesi sono scavati nel Tufo.
Continuiamo a pedalare verso Pitigliano e troviamo l’agriturismo il Cavone. Si
dorme qui. Appartamento enorme e riusciamo a fare una lavatrice. Ceniamo alla
Focacceria la Dogana. Anche qui mi sento vivamente di consigliare una sosta.
Ottimi i tortelli e le focacce. Accoglienza famigliare. Strabello. Ormai
cominciamo a vedere la luce e a pensare che ormai e' fatta…. (120 KM X 2230 D+)
Martedi mattina mi accorgo di avere anche l’altro copertone rotto. Per fortuna
ho quello nuovo di scorta. Sosta tecnica per cambiarlo e partiamo. Siamo a 124
km dall’arrivo. Ci fermiamo a Pitigliano e facciamo colazione in un forno.
Paste da urlo. Splendido anche il paese.
Comincia la lunga cavalcata verso Albinia. Si comincia a vedere il mare. Mi
metto davanti a tirare, controvento, ma la gamba gira bene. Sto bene. Arriviamo
a Porto Santo Stefano per l’ora di pranzo e ci fermiamo. Essere al mare ci da
la carica. Un bel piatto di spaghetti alle cicale di mare e’ la benzina giusta
per affrontare l’Argentario. Fa molto caldo. Si comincia a salire, prima
abbastanza agevolmente e poi con alcuni strappi duri. Magari a noi sembrano
duri perche’ i km cominciano a sentirsi sulle gambe… ma il panorama aiuta a
superare tutto. Due chiacchiere, due imprecazioni, due risate e pian piano
giriamo attorno al promontorio. Sullo sfondo il Giglio e Giannutri. Un bello
strappo prima di Porto Ercole ci fa smontare dalle bici… ma poco dopo facciamo
una sosta in paese per un bel gelato. Ormai sul GPS comincio a intravedere la
fine. Seguono circa 6 km di pineta nella riserva delle Feniglia,
rilassantissimi. Siamo all’ombra e c’e’ fresco. Breve tratto sulla sabbia dove
nominiamo svariate volte Andrea Borchi ;)))
Ultimo strappetto di circa 60 metri di dislivello per scollinare ad
Ansedonia e ci siamo. Vediamo i cartelli per Capalbio Scalo. Con l’avvicinarsi
del traguardo sale l’adrenalina e la gioia quasi incontenibile. Tutte le paure
vengono scacciate via. Arriviamo alla
polisportiva alle 18, la stanchezza passa in secondo piano. Foto di rito sotto
l'arrivo e video girato da mia sorella che ci e' venuta a recuperare e a
seguire una bella birra ghiacciata. (125 KM X 1630 D+) Avevamo preventivato 6
giorni per finire la nostra avventura e cosi’ e’ stato. Abbiamo lottato con la
pioggia, il freddo, la sfiga, il dolore e alla fine anche con il caldo. Ma
siamo qui che stiamo firmando il book con gli arrivi. Non interessa quanto
tempo ci abbiamo messo. Quello che conta e' essere qui. Un enorme grazie al mio
supporto morale, il mio GaggioCognato Marco. Senza di lui non so se racconterei
la nostra cavalcata di 598 km e 10800 metri di dislivello, Una esperienza
positivissima. Da ripetere sicuramente affrontando una nuova sfida. Per la
cronaca i mezzi usati per portare a termine l'impresa sono stati la mia
Transition Bandit 27,5, trailbike biamortizzata con kit borse Apidura, mentre
Marco aveva una Cannondale Rize biamortizzata da 130 e udite udite, copertone
posteriore low price e borsa anteriore ricavata da un porta sacco a pelo!
Aggiungo solo una cosa…. W NOI! QUI LE MIE FOTO
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