venerdì 1 luglio 2016

Tuscanytrail 2016

Tutto e’ cominciato il 6 gennaio.
Sono a casa davanti al pc incuriosito dal messaggio che mi appare su Facebook “cose che potrebbero interessarti”. E’ il Tuscany Trail. Comincio a leggere e a documentarmi…  570 km x 11000 metri di dislivello… Una bella sfida. Pochi minuti dopo mi arriva un messaggio sul cellulare. E’ Marco, mio cognato. Senza sapere cosa stessi guardando mi chiede :” Facciamo il Tuscany?”. Dopo meno di due ore siamo iscritti. Inizia cosi’ la nostra avventura. Abbiamo 5 mesi per allenarci e tentare di portare a termine questa manifestazione. Si tratta di bikepacking, un giro senza assistenza esterna, in autosufficienza, dove tutto e’ da programmare.
Comincio ad allenarmi con frequenza costante, almeno 3 uscite settimanali. Prima con calma (e’ gennaio non voglio strafare), poi via via aumentando sempre di piu’. Il meteo clemente aiuta molto, anche se devo dire che ho combattuto con il vento contro quasi sempre. A marzo decido di testare la gamba partecipando al Volterra Trail, altro evento in autosufficienza. 200 km X 5300 metri di dislivello. Il primo giorno soffro, crampi e crisi di fame, riesco comunque ad arrivare all’agriturismo dove pernottiamo. Il secondo giorno decido comunque di partire. Prima di Cascine Val D’Elsa lascio i miei compagni e taglio 10 km del giro dirigendomi diretto verso Volterra. Comunque arrivo al traguardo. Sale la preoccupazione. E’ vero che qui e’ piu’ duro ma al Tuscany saranno 6 giorni invece che due… Non sara’ una passeggiata. Mi rimbocco le maniche e riprendo gli allenamenti sempre piu’ intensi. Qualche ora di permesso durante la settimana fa si che comincio a portere i giri sui 60 km in pausa pranzo e dagli 80 ai 100 al sabato. Tutti rigorosamente fatti con la mia Transition Bandit da 140 di escursione. Gonfio l’ammo posteriore a 250 e le gomme a 3 atmosfere. Alla fine poi si comporta bene. Vado sempre meglio, non ho dolori fisici e tengo aggiornato il mio compagno che a sua volta si sta allenando come me. I mesi trascorrono veloci, troviamo anche il tempo per fare un giro insieme un sabato pomeriggio sulle colline di casa mia. Compro online il kit di borse Apidura e il giorno prima di partire mi costruisco due distanziali da manubrio visto che i fili del cambio sono troppo tirati. Ci siamo. E’ il primo giugno! Si parte.

Arriviamo a Massa nel tardo pomeriggio. Piove… cominciamo bene. Ritiriamo i numeri e i gadget presso la palestra nel Parco della Comasca. Materassini a terra e bikers gia’ accampati. Noi pernottiamo in  B&B. Pulito e spazioso. Nel frattempo smette di piovere e andiamo a cena. Pesce, Falanghina e caffe’ e poi a letto. Sveglia all’alba per fare colazione, parcheggiamo la macchina e prepariamo le mtb. PIOVE! Un problema al freno posteriore della bici di Marco ci fa tardare un po. Siamo a 4 km dalla partenza. Arriviamo in piazza degli Aranci che il gruppone e’ gia’ partito… Tempo per un selfie e si comincia a pedalare.  Tentiamo anche di toglierci il Kway ma dura poco… inizia il diluvio! Recuperiamo qualche biker pedalando praticamente dentro fiumi di acqua… e quando cominciano a saltare i tombini non e’ piu’ acqua… l’odore non e’ dei migliori! Cominciano le salite dure, quelle che portano verso il Monte Prana. Si scende a piedi in salita e in alcuni punti anche in discesa. Gli sguardi con gli altri bikers durante il porting sono eloquenti. Sembra una transumanza. Qualche temerario cerca di pedalare in salita. La pioggia non ci da tregua. Ma ormai ci abbiamo fatto il callo. In alcuni punti ci troviamo  praticamente dentro sentieri diventati fiumi. Sosta a Fabbriche di Vallico per un panino e poi si riparte. Arriviamo a Bagni di Lucca nel primo pomeriggio. Inutile proseguire. Da Casabasciana in poi c’e’ il nulla… e abbiamo gia’ fatto 1700 metri di dislivello (che sono quelli che abbiamo preventivato di fare ogni giorno). Meglio riposare e sperare che passi la pioggia. Troviamo un albergo e ci facciamo una bella doccia calda. Smette di piovere quindi usciamo per farci un aperitivo. Nel frattempo continuiamo a vedere bikers che passano e altri che decidono di fermarsi. Una bella cena per recuperare le forze e poi via, a dormire. (80 KM X 1700 D+) . Venerdi’ ci svegliamo e piove ancora… Che dire… bisogna partire. La salita verso Casabasciana e’ pedalabile. Incontriamo altri bikers che salgono. Comincia la parte nel bosco. Pedaliamo nel nulla per svariati km, sempre accompagnati dalla pioggia. Marco si infila una sportina sul casco… Sembra il Grande Puffo… Mi scappa troppo da ridere. Ad un certo punto, quando la fame comincia a farsi sentire e con una temperatura di 9°, appare la merenderia Macchia Antonini…. Un miraggio? Sembrerebbe di no! Entriamo e troviamo il camino acceso… Una manna dal cielo. Altri bikers sono all’interno alla ricerca di cibo e caldo. Ordino un piatto di spaghetti alla carbonara che divoro in pochi minuti! Ci voleva! Dopo esserci riscaldati un po ripartiamo, fortunatamente subito in salita. Primo guaio meccanico… Un pedale si sboccola e sono costretto a pedalare per 20 km tenendo il piede destro spinto verso il movimento centrale altrimenti mi rimane il pedale attaccato alla scarpa e l’asse del pedale attaccato alla pedivella… Anche in discesa e’ un problema ma basta rallentare un po. Il primo paese che incontriamo e’ Montemurlo… una signora ci da indicazioni e troviamo un bel negozio di bici. Compro un paio di pedali nuovi (nel frattempo si e’ sboccolato anche il sinistro) e ripartiamo. Marco prende in farmacia degli antidolorifici perche’ ha i tendini che gli fanno male. Tra Prato e Campi Bisenzio ci fermiamo per la notte. Il titolare dell’hotel, che e’ un po fuori mano, ci apparecchia un tavolo e ci da la possibilita’ di far arrivare pizza e birra da asporto. Voto 11 alla cordialita’ e all’ospitalita’! 2 pizze e due focacce ovviamente accompagnate da birra. Che goduria! ( 92,5 KM X 1760 D+) . Sabato… si parte. Non piove! L’arrivo a Firenze sulla ciclabile dell’Arno e’ stupendo. Il Ponte Vecchio come sfondo, persone che corrono nel parco… Si comincia a respirare un’altra aria. Bellissimo il passaggio a Piazzale Michelangelo, punto panoramico con vista su tutta Firenze, e a seguire strade secondarie dove splendide ville la fanno da padrone. Uscendo da Firenze ecco che comincia la vera Toscana.  Greve in Chianti, San Donato, e Barberino Val D’Elsa, dove ci fermiamo in un bar ammirando una gara tra cinquantini, il  Mosquito’s Way Grand Tour 2016 ideato niente popo di meno che da Piero Pelu’! Ripartiamo e maciniamo strada, recuperando i 20 km persi il giorno prima e arrivando cosi’ a San Giminiano. Troviamo una mansarda molto carina dove dormire a un ottimo prezzo. Il gestore dell’hotel ci da anche la possibilita’ di lavare le mtb. Nel frattempo Marco stringe i denti con i tendini e si fa fare dal cuoco un sacchetto sottovuoto di ghiaccio! Ceniamo divinamente anche qui e poi tutti a dormire! Ci sta andando tutto troppo bene! E non piove! (98,5 KM X 2190 D+). Domenica. Dopo un’abbondante colazione partiamo. Percorriamo tratti della via Francigena.  Dopo pochi km buco la gomma posteriore. Riparo in pochi minuti e riparto. Passano si e no 15 minuti e sento uno scoppio. Seconda foratura. Decido di proseguire a piedi fino a Quartaia che non dista molto. Li mi fermo e tiro le somme. Ho il copertone posteriore tagliato sul fianco, dove batte sul cerchio. Sembra irreparabile. Lo sconforto prende il sopravvento, la paura di dover abbandonare e' tanta. Mi viene da piangere! Poi finalmente Marco mi fa ragionare. Decido di passare il copertone posteriore sull’anteriore, inserisco tra il copertone e il cerchio un pezzo di camera d’aria e un pezzo della tabella del Tuscany. Lego tutto con 3 fascette in modo che la camera d’aria stia dentro, gonfio a 1,3 atmosfere e parto. Riesco ad arrivare a Monteriggioni! Dopo un panino si ragiona meglio. Marco, parlando con un signore, viene a scoprire che a meno di 6 km c’e’ un Decathlon. Controllo su internet se e’ aperto e cosi’ sembra. L’alternativa sarebbe arrivare a Siena e aspettare il giorno seguente per ripartire. Sono titubante ma Marco mi convince per il Decathlon. La saggezza dei piu’ anziani va ascoltata! Compro due copertoni, due camere di scorta e qualche barretta. Lascio in ostaggio il portafoglio al ragazzo all’interno e mi faccio prestare pompa e chiave per controllare il pacco pignoni. Tra andare, sistemare il tutto e tornare perdiamo meno di un'ora. Siamo nuovamente attivi! Gasati per aver risolto anche questo problema torniamo a Monteriggioni per riprendere la traccia. Voliamo verso Siena dove facciamo una sosta da Venchi per un gelato. Ottimo. Ripartiamo solcando i sentieri dell’Eroica e arriviamo cosi’ a Radi… Il Pozzo… Affittacamere con annesso ristorante… Ci fermiamo. Arriva un ragazzo ungherese che ha rotto la sua sella in carbonio… Chiede aiuto ai gestori. In pochi minuti gli trovano fuori una sella da mountainbike… Fantastico.  L’oste Stefano e’ una sagoma. Passiamo una bellissima serata gustandoci il tramonto mentre ceniamo, ovviamente bevendo vino toscano. Posto incantevole. Da tornarci.(82,5 KM X 1250 D+)  Lunedi’. Cominciamo a pedalare su splendide carraie tra vigneti, colline e un cielo azzurro che fa da contrasto. Questa e’ la Toscana. Passiamo Buonconvento e San Quirico d’Orcia (con il suo splendido Ponte delle Mille Miglia.) Sosta panino e si riparte nuovamente. Passiamo Bagno A Vignoni e via verso Radicofani.  Mentre saliamo, dall'Amiata arriva un temporale. Troviamo riparo dentro un garage insieme ad un ragazzo greco anche lui colto dal maltempo. Vento e grandine come se non ci fosse un domani. Per fortuna dura poco! Ripartiamo sntendo i tuoni in lontananza. L’arrivo a Sorano e’ qualcosa che fatico a raccontare. Consiglio a tutti di venire da queste parti, dove i paesi sono scavati nel Tufo. Continuiamo a pedalare verso Pitigliano e troviamo l’agriturismo il Cavone. Si dorme qui. Appartamento enorme e riusciamo a fare una lavatrice. Ceniamo alla Focacceria la Dogana. Anche qui mi sento vivamente di consigliare una sosta. Ottimi i tortelli e le focacce. Accoglienza famigliare. Strabello. Ormai cominciamo a vedere la luce e a pensare che ormai e' fatta…. (120 KM X 2230 D+) Martedi mattina mi accorgo di avere anche l’altro copertone rotto. Per fortuna ho quello nuovo di scorta. Sosta tecnica per cambiarlo e partiamo. Siamo a 124 km dall’arrivo. Ci fermiamo a Pitigliano e facciamo colazione in un forno. Paste da urlo.  Splendido anche il paese. Comincia la lunga cavalcata verso Albinia. Si comincia a vedere il mare. Mi metto davanti a tirare, controvento, ma la gamba gira bene. Sto bene. Arriviamo a Porto Santo Stefano per l’ora di pranzo e ci fermiamo. Essere al mare ci da la carica. Un bel piatto di spaghetti alle cicale di mare e’ la benzina giusta per affrontare l’Argentario. Fa molto caldo. Si comincia a salire, prima abbastanza agevolmente e poi con alcuni strappi duri. Magari a noi sembrano duri perche’ i km cominciano a sentirsi sulle gambe… ma il panorama aiuta a superare tutto. Due chiacchiere, due imprecazioni, due risate e pian piano giriamo attorno al promontorio. Sullo sfondo il Giglio e Giannutri. Un bello strappo prima di Porto Ercole ci fa smontare dalle bici… ma poco dopo facciamo una sosta in paese per un bel gelato. Ormai sul GPS comincio a intravedere la fine. Seguono circa 6 km di pineta nella riserva delle Feniglia, rilassantissimi. Siamo all’ombra e c’e’ fresco. Breve tratto sulla sabbia dove nominiamo svariate volte Andrea Borchi ;)))  Ultimo strappetto di circa 60 metri di dislivello per scollinare ad Ansedonia e ci siamo. Vediamo i cartelli per Capalbio Scalo. Con l’avvicinarsi del traguardo sale l’adrenalina e la gioia quasi incontenibile. Tutte le paure vengono scacciate via.  Arriviamo alla polisportiva alle 18, la stanchezza passa in secondo piano. Foto di rito sotto l'arrivo e video girato da mia sorella che ci e' venuta a recuperare e a seguire una bella birra ghiacciata. (125 KM X 1630 D+) Avevamo preventivato 6 giorni per finire la nostra avventura e cosi’ e’ stato. Abbiamo lottato con la pioggia, il freddo, la sfiga, il dolore e alla fine anche con il caldo. Ma siamo qui che stiamo firmando il book con gli arrivi. Non interessa quanto tempo ci abbiamo messo. Quello che conta e' essere qui. Un enorme grazie al mio supporto morale, il mio GaggioCognato Marco. Senza di lui non so se  racconterei  la nostra cavalcata di 598 km e 10800 metri di dislivello, Una esperienza positivissima. Da ripetere sicuramente affrontando una nuova sfida. Per la cronaca i mezzi usati per portare a termine l'impresa sono stati la mia Transition Bandit 27,5, trailbike biamortizzata con kit borse Apidura, mentre Marco aveva una Cannondale Rize biamortizzata da 130 e udite udite, copertone posteriore low price e borsa anteriore ricavata da un porta sacco a pelo! Aggiungo solo una cosa…. W NOI! QUI LE MIE FOTO

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