Tutto e’ cominciato il 6 gennaio.
Sono a casa davanti al pc incuriosito dal messaggio che mi
appare su Facebook “cose che potrebbero interessarti”. E’ il Tuscany Trail.
Comincio a leggere e a documentarmi… 570
km x 11000 metri di dislivello… Una bella sfida. Pochi minuti dopo mi arriva un
messaggio sul cellulare. E’ Marco, mio cognato. Senza sapere cosa stessi
guardando mi chiede :” Facciamo il Tuscany?”. Dopo meno di due ore siamo
iscritti. Inizia cosi’ la nostra avventura. Abbiamo 5 mesi per allenarci e
tentare di portare a termine questa manifestazione. Si tratta di bikepacking,
un giro senza assistenza esterna, in autosufficienza, dove tutto e’ da
programmare.
Comincio ad allenarmi con frequenza costante, almeno 3 uscite
settimanali. Prima con calma (e’ gennaio non voglio strafare), poi via via
aumentando sempre di piu’. Il meteo clemente aiuta molto, anche se devo dire
che ho combattuto con il vento contro quasi sempre. A marzo decido di testare
la gamba partecipando al Volterra Trail, altro evento in autosufficienza. 200
km X 5300 metri di dislivello. Il primo giorno soffro, crampi e crisi di fame,
riesco comunque ad arrivare all’agriturismo dove pernottiamo. Il secondo giorno
decido comunque di partire. Prima di Cascine Val D’Elsa lascio i miei compagni
e taglio 10 km del giro dirigendomi diretto verso Volterra. Comunque arrivo al
traguardo. Sale la preoccupazione. E’ vero che qui e’ piu’ duro ma al Tuscany
saranno 6 giorni invece che due… Non sara’ una passeggiata. Mi rimbocco le
maniche e riprendo gli allenamenti sempre piu’ intensi. Qualche ora di permesso
durante la settimana fa si che comincio a portere i giri sui 60 km in pausa
pranzo e dagli 80 ai 100 al sabato. Tutti rigorosamente fatti con la mia
Transition Bandit da 140 di escursione. Gonfio l’ammo posteriore a 250 e le
gomme a 3 atmosfere. Alla fine poi si comporta bene. Vado sempre meglio, non ho
dolori fisici e tengo aggiornato il mio compagno che a sua volta si sta allenando
come me. I mesi trascorrono veloci, troviamo anche il tempo per fare un giro
insieme un sabato pomeriggio sulle colline di casa mia. Compro online il kit di
borse Apidura e il giorno prima di partire mi costruisco due distanziali da
manubrio visto che i fili del cambio sono troppo tirati. Ci siamo. E’ il primo
giugno! Si parte.
Arriviamo a Massa nel tardo pomeriggio. Piove… cominciamo
bene. Ritiriamo i numeri e i gadget presso la palestra nel Parco della Comasca.
Materassini a terra e bikers gia’ accampati. Noi pernottiamo in B&B. Pulito e spazioso. Nel frattempo
smette di piovere e andiamo a cena. Pesce, Falanghina e caffe’ e poi a letto.
Sveglia all’alba per fare colazione, parcheggiamo la macchina e prepariamo le
mtb. PIOVE! Un problema al freno posteriore della bici di Marco ci fa tardare
un po. Siamo a 4 km dalla partenza. Arriviamo in piazza degli Aranci che il
gruppone e’ gia’ partito… Tempo per un selfie e si comincia a pedalare. Tentiamo anche di toglierci il Kway ma dura
poco… inizia il diluvio! Recuperiamo qualche biker pedalando praticamente
dentro fiumi di acqua… e quando cominciano a saltare i tombini non e’ piu’
acqua… l’odore non e’ dei migliori! Cominciano le salite dure, quelle che
portano verso il Monte Prana. Si scende a piedi in salita e in alcuni punti
anche in discesa. Gli sguardi con gli altri bikers durante il porting sono
eloquenti. Sembra una transumanza. Qualche temerario cerca di pedalare in
salita. La pioggia non ci da tregua. Ma ormai ci abbiamo fatto il callo. In alcuni
punti ci troviamo praticamente dentro
sentieri diventati fiumi. Sosta a Fabbriche di Vallico per un panino e poi si
riparte. Arriviamo a Bagni di Lucca nel primo pomeriggio. Inutile proseguire.
Da Casabasciana in poi c’e’ il nulla… e abbiamo gia’ fatto 1700 metri di
dislivello (che sono quelli che abbiamo preventivato di fare ogni giorno).
Meglio riposare e sperare che passi la pioggia. Troviamo un albergo e ci
facciamo una bella doccia calda. Smette di piovere quindi usciamo per farci un
aperitivo. Nel frattempo continuiamo a vedere bikers che passano e altri che
decidono di fermarsi. Una bella cena per recuperare le forze e poi via, a
dormire. (80 KM X 1700 D+) . Venerdi’ ci svegliamo e piove ancora… Che dire…
bisogna partire. La salita verso Casabasciana e’ pedalabile. Incontriamo altri
bikers che salgono. Comincia la parte nel bosco. Pedaliamo nel nulla per
svariati km, sempre accompagnati dalla pioggia. Marco si infila una sportina
sul casco… Sembra il Grande Puffo… Mi scappa troppo da ridere. Ad un certo
punto, quando la fame comincia a farsi sentire e con una temperatura di 9°,
appare la merenderia Macchia Antonini…. Un miraggio? Sembrerebbe di no!
Entriamo e troviamo il camino acceso… Una manna dal cielo. Altri bikers sono
all’interno alla ricerca di cibo e caldo. Ordino un piatto di spaghetti alla
carbonara che divoro in pochi minuti! Ci voleva! Dopo esserci riscaldati un po
ripartiamo, fortunatamente subito in salita. Primo guaio meccanico… Un pedale
si sboccola e sono costretto a pedalare per 20 km tenendo il piede destro
spinto verso il movimento centrale altrimenti mi rimane il pedale attaccato
alla scarpa e l’asse del pedale attaccato alla pedivella… Anche in discesa e’
un problema ma basta rallentare un po. Il primo paese che incontriamo e’ Montemurlo…
una signora ci da indicazioni e troviamo un bel negozio di bici. Compro un paio
di pedali nuovi (nel frattempo si e’ sboccolato anche il sinistro) e
ripartiamo. Marco prende in farmacia degli antidolorifici perche’ ha i tendini
che gli fanno male. Tra Prato e Campi Bisenzio ci fermiamo per la notte. Il
titolare dell’hotel, che e’ un po fuori mano, ci apparecchia un tavolo e ci da
la possibilita’ di far arrivare pizza e birra da asporto. Voto 11 alla
cordialita’ e all’ospitalita’! 2 pizze e due focacce ovviamente accompagnate da
birra. Che goduria! ( 92,5 KM X 1760 D+) . Sabato… si parte. Non piove!
L’arrivo a Firenze sulla ciclabile dell’Arno e’ stupendo. Il Ponte Vecchio come
sfondo, persone che corrono nel parco… Si comincia a respirare un’altra aria.
Bellissimo il passaggio a Piazzale Michelangelo, punto panoramico con vista su
tutta Firenze, e a seguire strade secondarie dove splendide ville la fanno da
padrone. Uscendo da Firenze ecco che comincia la vera Toscana. Greve in Chianti, San Donato, e Barberino Val
D’Elsa, dove ci fermiamo in un bar ammirando una gara tra cinquantini, il Mosquito’s Way Grand Tour 2016 ideato niente
popo di meno che da Piero Pelu’! Ripartiamo e maciniamo strada, recuperando i
20 km persi il giorno prima e arrivando cosi’ a San Giminiano. Troviamo una
mansarda molto carina dove dormire a un ottimo prezzo. Il gestore dell’hotel ci
da anche la possibilita’ di lavare le mtb. Nel frattempo Marco stringe i denti
con i tendini e si fa fare dal cuoco un sacchetto sottovuoto di ghiaccio!
Ceniamo divinamente anche qui e poi tutti a dormire! Ci sta andando tutto
troppo bene! E non piove! (98,5 KM X 2190 D+). Domenica. Dopo un’abbondante
colazione partiamo. Percorriamo tratti della via Francigena. Dopo pochi km buco la gomma posteriore.
Riparo in pochi minuti e riparto. Passano si e no 15 minuti e sento uno
scoppio. Seconda foratura. Decido di proseguire a piedi fino a Quartaia che non
dista molto. Li mi fermo e tiro le somme. Ho il copertone posteriore tagliato
sul fianco, dove batte sul cerchio. Sembra irreparabile. Lo sconforto prende il
sopravvento, la paura di dover abbandonare e' tanta. Mi viene da piangere! Poi
finalmente Marco mi fa ragionare. Decido di passare il copertone posteriore
sull’anteriore, inserisco tra il copertone e il cerchio un pezzo di camera
d’aria e un pezzo della tabella del Tuscany. Lego tutto con 3 fascette in modo
che la camera d’aria stia dentro, gonfio a 1,3 atmosfere e parto. Riesco ad
arrivare a Monteriggioni! Dopo un panino si ragiona meglio. Marco, parlando con
un signore, viene a scoprire che a meno di 6 km c’e’ un Decathlon. Controllo su
internet se e’ aperto e cosi’ sembra. L’alternativa sarebbe arrivare a Siena e
aspettare il giorno seguente per ripartire. Sono titubante ma Marco mi convince
per il Decathlon. La saggezza dei piu’ anziani va ascoltata! Compro due
copertoni, due camere di scorta e qualche barretta. Lascio in ostaggio il
portafoglio al ragazzo all’interno e mi faccio prestare pompa e chiave per
controllare il pacco pignoni. Tra andare, sistemare il tutto e tornare perdiamo
meno di un'ora. Siamo nuovamente attivi! Gasati per aver risolto anche questo
problema torniamo a Monteriggioni per riprendere la traccia. Voliamo verso
Siena dove facciamo una sosta da Venchi per un gelato. Ottimo. Ripartiamo
solcando i sentieri dell’Eroica e arriviamo cosi’ a Radi… Il Pozzo…
Affittacamere con annesso ristorante… Ci fermiamo. Arriva un ragazzo ungherese
che ha rotto la sua sella in carbonio… Chiede aiuto ai gestori. In pochi minuti
gli trovano fuori una sella da mountainbike… Fantastico. L’oste Stefano e’ una sagoma. Passiamo una
bellissima serata gustandoci il tramonto mentre ceniamo, ovviamente bevendo
vino toscano. Posto incantevole. Da tornarci.(82,5 KM X 1250 D+) Lunedi’. Cominciamo a pedalare su splendide
carraie tra vigneti, colline e un cielo azzurro che fa da contrasto. Questa e’
la Toscana. Passiamo Buonconvento e San Quirico d’Orcia (con il suo splendido
Ponte delle Mille Miglia.) Sosta panino e si riparte nuovamente. Passiamo Bagno
A Vignoni e via verso Radicofani. Mentre
saliamo, dall'Amiata arriva un temporale. Troviamo riparo dentro un garage
insieme ad un ragazzo greco anche lui colto dal maltempo. Vento e grandine come
se non ci fosse un domani. Per fortuna dura poco! Ripartiamo sntendo i tuoni in
lontananza. L’arrivo a Sorano e’ qualcosa che fatico a raccontare. Consiglio a
tutti di venire da queste parti, dove i paesi sono scavati nel Tufo.
Continuiamo a pedalare verso Pitigliano e troviamo l’agriturismo il Cavone. Si
dorme qui. Appartamento enorme e riusciamo a fare una lavatrice. Ceniamo alla
Focacceria la Dogana. Anche qui mi sento vivamente di consigliare una sosta.
Ottimi i tortelli e le focacce. Accoglienza famigliare. Strabello. Ormai
cominciamo a vedere la luce e a pensare che ormai e' fatta…. (120 KM X 2230 D+)
Martedi mattina mi accorgo di avere anche l’altro copertone rotto. Per fortuna
ho quello nuovo di scorta. Sosta tecnica per cambiarlo e partiamo. Siamo a 124
km dall’arrivo. Ci fermiamo a Pitigliano e facciamo colazione in un forno.
Paste da urlo. Splendido anche il paese.
Comincia la lunga cavalcata verso Albinia. Si comincia a vedere il mare. Mi
metto davanti a tirare, controvento, ma la gamba gira bene. Sto bene. Arriviamo
a Porto Santo Stefano per l’ora di pranzo e ci fermiamo. Essere al mare ci da
la carica. Un bel piatto di spaghetti alle cicale di mare e’ la benzina giusta
per affrontare l’Argentario. Fa molto caldo. Si comincia a salire, prima
abbastanza agevolmente e poi con alcuni strappi duri. Magari a noi sembrano
duri perche’ i km cominciano a sentirsi sulle gambe… ma il panorama aiuta a
superare tutto. Due chiacchiere, due imprecazioni, due risate e pian piano
giriamo attorno al promontorio. Sullo sfondo il Giglio e Giannutri. Un bello
strappo prima di Porto Ercole ci fa smontare dalle bici… ma poco dopo facciamo
una sosta in paese per un bel gelato. Ormai sul GPS comincio a intravedere la
fine. Seguono circa 6 km di pineta nella riserva delle Feniglia,
rilassantissimi. Siamo all’ombra e c’e’ fresco. Breve tratto sulla sabbia dove
nominiamo svariate volte Andrea Borchi ;)))
Ultimo strappetto di circa 60 metri di dislivello per scollinare ad
Ansedonia e ci siamo. Vediamo i cartelli per Capalbio Scalo. Con l’avvicinarsi
del traguardo sale l’adrenalina e la gioia quasi incontenibile. Tutte le paure
vengono scacciate via. Arriviamo alla
polisportiva alle 18, la stanchezza passa in secondo piano. Foto di rito sotto
l'arrivo e video girato da mia sorella che ci e' venuta a recuperare e a
seguire una bella birra ghiacciata. (125 KM X 1630 D+) Avevamo preventivato 6
giorni per finire la nostra avventura e cosi’ e’ stato. Abbiamo lottato con la
pioggia, il freddo, la sfiga, il dolore e alla fine anche con il caldo. Ma
siamo qui che stiamo firmando il book con gli arrivi. Non interessa quanto
tempo ci abbiamo messo. Quello che conta e' essere qui. Un enorme grazie al mio
supporto morale, il mio GaggioCognato Marco. Senza di lui non so se racconterei
la nostra cavalcata di 598 km e 10800 metri di dislivello, Una esperienza
positivissima. Da ripetere sicuramente affrontando una nuova sfida. Per la
cronaca i mezzi usati per portare a termine l'impresa sono stati la mia
Transition Bandit 27,5, trailbike biamortizzata con kit borse Apidura, mentre
Marco aveva una Cannondale Rize biamortizzata da 130 e udite udite, copertone
posteriore low price e borsa anteriore ricavata da un porta sacco a pelo!
Aggiungo solo una cosa…. W NOI! QUI LE MIE FOTO
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